Basato sul personaggio fumettistico di Carol Danvers, Captain Marvel è il ventunesimo film del Marvel Cinematic Universe e il primo ad avere, finalmente, una protagonista femminile.
Ambientato nel 1995, Captain Marvel segue le vicende di un’ex-pilota di caccia della U.S. Air Force, ora membro di un gruppo militare d’élite di Kree chiamato “Starforce”, nel suo percorso per diventare una delle eroine più potenti della galassia. Carol, che ora chiamano Vers, ha già quel che serve per essere una supereroina, ma ha bisogno di capire chi è davvero per poter gestire i suoi incredibili poteri.
La storia ha inizio sul pianeta Hala, dove vivono i Kree, tra le razze aliene più progredite, che hanno adottato Vers, trasformandola in una valida alleata nella lotta contro i loro eterni rivali, gli alieni Skrull, noti per poter assumere qualunque forma essi vogliano.
La ragazza viene, infatti, addestrata a combattere controllando le proprie emozioni e i propri poteri energetici dal carismatico comandante del gruppo militare d’élite di Kree, Yon-Rogg. Partiti per una missione di salvataggio su un pianeta amico dove si sono infiltrati gli Skrull, i Kree cadono vittime di un’imboscata, a causa della quale Vers si ritroverà catapultata sul pianeta Terra.
Vers, in realtà, non ricorda nulla della sua precedente vita sulla Terra, ma ritornarci le fa capire l’importanza delle sue origini umane nella guerra che si trova a combattere e che in realtà è ben diversa da ciò che le hanno fatto credere.
La classica storia Marvel sulle origini di un supereroe, viene quindi raccontata alla rovescia, seguendo il percorso della protagonista alla scoperta del proprio passato e della propria vera identità.
Il film, infatti, inizia in media res, raccontando, per la prima volta sullo schermo, un intero troncone di universo Marvel che non era stato ancora affrontato davvero, la guerra fra le razze aliene Skrull e Kree. Lo fa lanciando un messaggio importante e attualissimo, uno schiaffo ai governi la cui politica alimenta la paura del diverso e dello straniero.
Captain Marvel ha una gustosa atmosfera da fantascienza anni ’90, che, unitamente a diversi irresistibili momenti musicali, lo rende adorabilmente retrò, ma anche molto diverso dagli altri film della Marvel. Introspettivo e al contempo spettacolare, divertente e ricco di citazioni sulla cultura dei 90’s, il film diretto da Anna Boden e Ryan Fleck è caratterizzato da una grande varietà narrativa, visiva e di toni che lo rendono capace di intrattenere, come ormai è tradizione per le pellicole del franchise, ma anche di regalare momenti di tenerezza e riflessione.
Brie Larson, premio Oscar per Room, è assolutamente perfetta nel ruolo della protagonista e conquista per ironia, forza ed energia. Dopo essere stata descritta a lungo come il personaggio più potente del franchise, nonché quello intorno a cui ruoterà gran parte del futuro della saga, Captain Marvel è qui colta nel suo difficile percorso di riappropriazione di sé, mentre impara a controllare le sue insicurezze e il suo lato emotivo e a non dover più dipendere da nessuno.
Un ruolo fondamentale, inoltre, riveste nel film la descrizione del rapporto della protagonista con la fedele amica Maria Rambeau (Lashana Lynch), che le permetterà di recuperare i ricordi perduti e di riscoprire il senso sopito della vera amicizia.
I villain,veri o presunti, sono gli altri punti a favore di Captain Marvel: ottimamente descritti lo Skrull Talos interpretato dal bravo Ben Mendelsohn e il mentore Yonn-Rogg di un perfetto Jude Law, che alterna fascino e sbruffoneria.
Samuel L. Jackson, invece, ringiovanito grazie alla computer grafica, interpreta un Nick Fury che non ha ancora perso l’occhio, all’inizio della sua carriera nello S.H.I.E.L.D.: il film, oltre a chiarirci l’origine della famosa benda, ci regala un personaggio più intimo e spassoso, esplorando aspetti della sua vita di cui non si era a conoscenza.
Captain Marvel è, dunque, finora uno dei capitoli migliori della saga, accanto a Infinity War e Black Panther. Al cinema dal 6 marzo distribuito da Walt Disney.
Alberto Leali