Tre solitudini e l’ossessione per il sesso virtuale, una trappola da cui è spesso difficile uscire. Dall’11 al 13 febbraio
Ideato, scritto e diretto da Massimo Stinco, Cam On è uno spettacolo coraggioso, che racconta il sesso online, l’uso svariato che ne si fa e le conseguenze che esso può avere sulla vita delle persone.
Stinco, autore che ha portato sulla scena italiana il mondo gay e i suoi lati più controversi, sceglie anche stavolta un tema spinoso e attualissimo, non circoscrivendolo però all’ambito lgbtq+, ma estendendolo anche a quello eterosessuale.
Cam On, infatti, fa una disamina approfondita del fenomeno, sempre più diffuso, del sesso virtuale e delle numerosi vesti che esso assume in relazione a chi lo pratica.
Non è un mistero, infatti, che la sessualità, che dovrebbe essere per definizione trascinante e carnale, venga in realtà sempre più soddisfatta attraverso i canali virtuali. Il fenomeno del sesso online coinvolge, così, le più svariate categorie umane: le coppie in crisi che cercano un diversivo e che arrivano a tradire sul web, gli insoddisfatti della propria vita tra le lenzuola che vogliono sperimentare qualcosa di nuovo o trasgressivo, coloro che un partner reale non ce l’hanno e nemmeno lo cercano, quelli che amano esibirsi e farsi guardare, spesso anche a pagamento.
Purtroppo, accade frequentemente che la pratica costante e ossessiva del sesso virtuale possa condurre a una vera e propria dipendenza, che intrappola la vittima in una rete fittissima, da cui diviene difficile uscire.
Cam On sceglie tre ragazzi come tanti, interpretati da Alberto Bucco, Simone Fabiani e Alberto Viscardi, curiosi verso il mondo del sesso virtuale e le sue lusinghe, specie quella del guadagno facile. Amici dalle indoli e dalle inclinazioni sessuali diverse, ognuno con le proprie insicurezze e fragilità, alla ricerca di qualcosa che dia un brivido alle loro vite.
La loro esperienza con il sesso online inizia per gioco, per poi diventare un aspetto sempre più ingombrante delle loro vite. Le loro strade, così, si separeranno e ognuno si rintanerà nella propria solitudine, alimentata dalle insidie di un sesso virtuale sempre più avido e disumanizzante.
Chattare con sconosciuti dagli improbabili nickname, temere ed evitare qualsiasi scambio umano, azzerare la propria vita sociale e cercare forme di godimento sempre più solipsistiche, pagare e farsi pagare: i nostri tre protagonisti vedranno le loro vite andare in frantumi, schiave di una dipendenza che solo apparentemente porta a un appagamento.
Per fortuna Cam On lascia intravedere la speranza anche in un quadro così desolante e disperato. Una speranza che deriva dall’umano sentire e che spinge a trovare la forza di reagire all’inerzia e di riaprirsi all’altro.
Alberto Leali