In concorso ad Alice nella città, l’israeliano Broken Mirrors, opera prima dei registi Aviad Givon e Imri Matalon con protagonisti Shira Haas e Yiftach Klein, è una riflessione dura ed emozionante sul senso di colpa e il bisogno di espiarlo
Israele. Ariela (Shira Haas) è un’adolescente vitale e indipendente. Questo suo carattere, però, la porta spesso a scontrarsi con il padre Giora (Yiftach Klein), rigido e inflessibile ufficiale dell’esercito, che la punisce per ogni sbaglio commesso. A causa di un tragico incidente che colpisce la sua famiglia e che la vede responsabile, Ariela viene travolta dal senso di colpa. Ma stavolta suo padre non la punisce: deve essere lei a trovare da sola la punizione più adatta per ciò che ha commesso.
In concorso ad Alice nella città nell’ambito della tredicesima Festa del Cinema di Roma, Broken Mirrors è la bellissima e spietata opera prima dei registi e sceneggiatori israeliani Aviad Givon e Imri Matalon.
Non il classico racconto di formazione, ma una complessa riflessione sul senso di colpa e il bisogno di espiarlo, che coinvolgono una ragazza alle prese con le inquietudini adolescenziali e una società patriarcale, misogina ed ipocrita.
Broken Mirrors è un film capace di colpire allo stomaco, mettendo in scena senza edulcorazioni la discesa agli inferi della protagonista e la sua dolorosa e profonda trasformazione.
Ariela è infatti un personaggio aspro, imprevedibile, affascinante, interpretato da una straordinaria Shira Haas, che col broncio e gli occhi gonfi di tormento domina l’intera pellicola, grazie ad un’ammirevole capacità di affrontare sia i momenti più crudi che quelli più delicati e toccanti.
“Ariela è una teenager, ma ha una forza e una durezza sorprendenti – racconta Shira Haas -. Nutre la speranza di essere libera e di condurre la vita di una adolescente normale. Ma l’educazione impartitale da suo padre non glielo permette, facendo crescere in lei un profondo senso di ribellione verso tutta la generazione che lui rappresenta. Nel suo personaggio si concentra un mondo intero. Sento di avere parecchio in comune con lei, in primis quel senso di colpa che mi permette di comprendere il suo dolore“.
A lei si contrappone la figura paterna, un efficacissimo Yiftach Klein, che nasconde dietro l’inflessibilità e l’arroganza una debolezza e una disperazione che derivano da un tragico episodio del passato che non è mai riuscito a perdonarsi.
Ecco, dunque, che le esperienze di vita di padre e figlia finiscono irrimediabilmente per accomunarli: imprigionati nelle rispettive anime dilaniate, Ariela e Giora dovranno compiere un percorso faticoso e impervio prima di potersi liberare dei propri fardelli.
“Nella nostra società è molto presente la tematica del senso di colpa che trova radici profonde nel giudaismo – raccontano i registi Aviad Givon e Imri Matalon -. Giora è il simbolo di una società autoritaria e machista, in cui l’esercito ha un ruolo di primo piano. Solo in tempi recenti, infatti, la donna sta riscendo a far valere i propri diritti, ma la strada da fare è ancora lunga. Nel nostro film, però, ancora più importante della colpa è il perdono, che è alla base di qualsiasi convivenza. Broken Mirrors è molto duro ma aperto alla speranza verso il futuro“.
Grazie all’accurata scrittura e al talento degli attori, Broken Mirrors conferma l’ottima qualità del cinema israeliano, purtroppo troppo poco presente nelle nostre sale cinematografiche, ma capace, come pochi altri, di raccontare dilemmi morali e spirituali di un’umanità smarrita e ferita dalla storia.
Roberto Puntato