Storia vera del pugile italoamericano Vinny Pazienza, che nel pieno della sua carriera resta vittima di un grave incidente d’auto che rischia di fargli perdere l’uso delle gambe. Grazie alla sua indomabile volontà di tornare sul ring e grazie all’aiuto indispensabile del suo allenatore Kevin Rooney, Vinny combatterà e vincerà di nuovo. Storia di un riscatto e di una rivincita, Bleed è un film che funziona sotto diversi punti di vista. Innanzitutto è un coinvolgente e riuscito ritratto di uomo: arrogante, determinato, testardo, ambizioso, irruente, impulsivo, Vinny Pazienza è descritto con grande cura di dettagli e interpretato ottimamente da Miles Teller, che già avevano pienamente apprezzato in ‘Whiplash’, e che riesce a rendere con grande efficacia la sofferenza e la forza del suo personaggio. Notevole è anche la descrizione del mondo che gravita intorno a Vinny, dalla famiglia onnipresente, combattiva e un po’ kitsch, all’allenatore paziente e coraggioso, interpretato benissimo da Aaron Eckhart, ai manager che pensano solo a far soldi, ai tristi tavoli del casinò o alla compagnia di donnine vistose. La sorprendente risalita dagli inferi di Vinny appassiona e riesce a superare quell’inevitabile impressione di deja vu che accompagna film come questo, specie considerando gli illustri predecessori nel genere. E proprio tra questi ultimi, c’è il capolavoro ‘Toro scatenato’ di Martin Scorsese, il quale compare in veste di produttore esecutivo del film e che pare aver amato molto la sceneggiatura di Ben Younger, per come ha tratteggiato la figura del suo protagonista. Siamo lontani dalla bellezza magnetica di ‘Toro scatenato’, specie perché diversamente da quel film, Bleed ha uno stile e un andamento narrativo decisamente classici e ha il suo punto di forza nell’interpretazione di Teller piuttosto che nei guizzi di regia. Ciò nonostante, la pellicola avvince, sovente perfino diverte, e non annoia mai, nonostante le due ore di durata: rimangono impresse, inoltre, alcune scene, come quella del martirio di Vinny mentre gli viene tolto il tutore metallico avvitato nel cranio e i durissimi allenamenti prima di tornare a combattere. Riuscite anche la rievocazione del periodo fine anni ’80/inizio ’90, specie nel look fiammato e appariscente dei personaggi, e le atmosfere del Rhode Island rese riprendendo i luoghi reali in cui Pazienza ha vissuto e combattuto.
Alberto Leali