Mark Hogancamp, reduce da un pestaggio di natura omofoba, ha perso la memoria e la capacità di disegnare. Reduce da una lunga e complessa riabilitazione, mette in scena, attraverso delle bambole, le gesta del suo alter ego, il capitano Hogie, in lotta contro i nazisti nel fittizio villaggio belga di Marwen. A proteggere e sostenere l’eroe, ci sono le bellissime e coraggiose donne del villaggio, trasfigurazione di coloro che aiutano Mark durante la sua terapia. Un giorno, però, arriva una nuova vicina, Nicol, da cui Mark è subito attratto e che rende un personaggio chiave delle sue avventure immaginarie. Nel frattempo, qualcosa nella sua vita cambierà.
Benvenuti a Marwen racconta la vera storia di Mark Hogancamp, l’artista sui generis che ha commosso l’America con il suo villaggio in miniatura chiamato Marwencol, oggetto di una sorprendente mostra all’Esopus Space di Manhattan. Già al centro di uno struggente e acclamato documentario firmato da Jeff Malmberg, la storia di Mark non poteva non affascinare il fantasioso Robert Zemeckis, che ne trae un film originale e sperimentale, sensibile ed emozionante.
Più che per le tematiche, indubbiamente importanti ma trattate con un certo didascalismo, Benvenuti a Marwen conquista per il modo con cui Zemeckis sceglie di raccontare la storia di un uomo che scappa dal suo trauma e dai suoi demoni, rifugiandosi in un universo immaginario eppure così vicino al suo trascorso.
Il regista ricorre, infatti, alla manipolazione tecnologica dei suoi attori, trasformandoli in bambole in movimento attraverso l’uso abilissimo della CGI. Dà così efficacemente forma al mondo parallelo di Hogancamp, ovvero quello eroico e di plastica del capitano Hogie, a cui alterna la dimensione reale e ben più dolorosa di un presente segnato da ferite ancora brucianti.
Ne deriva, così, il viaggio nell’animo di un uomo dilaniato dalla cattiveria del mondo, che trova però il modo di non arrendersi e di risorgere. Lo fa grazie al potere salvifico delle donne, angeli combattenti che lo accompagnano nel suo percorso di guarigione, che il film omaggia con affetto, non mancando al contempo di disvelare i mali e le emergenze dell’America contemporanea.
Pur se la lunghezza non gioca a suo favore, Benvenuti a Marwen non manca certo di cuore ed è illuminato dalla performance di uno straordinario Steve Carrell, alle prese con un personaggio dalle molteplici sfumature. Dal 10 gennaio al cinema con Universal Pictures.
Alberto Leali