Al cinema dal 14 settembre
Il film 20th Century Studios Assassinio a Venezia, thriller soprannaturale diretto dal vincitore del premio Oscar® Kenneth Branagh e basato sul romanzo di Agatha Christie “Poirot e la strage degli innocenti”, arriva il 14 settembre nelle sale italiane.
Il film è interpretato da Branagh nel ruolo del famoso detective Hercule Poirot insieme a un cast brillante che include Kyle Allen, Camille Cottin, Jamie Dornan, Tina Fey, Jude Hill, Ali Khan, Emma Laird, Kelly Reilly, Riccardo Scamarcio e Michelle Yeoh.
Ambientato nell’inquietante Venezia del secondo dopoguerra, alla vigilia di Ognissanti, Assassinio a Venezia è un terrificante mistero che vede il ritorno del celebre investigatore Hercule Poirot.
Ormai in pensione e in esilio volontario nella città più affascinante del mondo, Poirot partecipa con riluttanza a una seduta spiritica in un palazzo decadente e spettrale. Quando uno degli ospiti viene assassinato, il detective si ritrova in un mondo sinistro di ombre e segreti.
Assassinio a Venezia, che riunisce molti dei filmmaker di Assassinio sull’Orient Express del 2017 e Assassinio sul Nilo del 2022, è diretto da Kenneth Branagh con una sceneggiatura del candidato all’Oscar® Michael Green, basata sul romanzo di Agatha Christie “Poirot e la strage degli innocenti” pubblicato in Italia negli Oscar Mondadori.
Il film è prodotto da Kenneth Branagh, Judy Hofflund, Ridley Scott e Simon Kinberg, mentre Louise Killin, James Prichard e Mark Gordon sono i produttori esecutivi.
Recensione a cura di Maria Grande
Nuova incursione di Branagh nel mondo di Agatha Christie e anche stavolta il risultato è ambivalente, tra regia e messinscena efficaci e una scrittura più libera ed audace, ma che ancora non convince del tutto.
Branagh osa di più rispetto ai due film precedenti, tradendo e rileggendo il romanzo di origine, cambiandogli ambientazione e puntando sugli stilemi del thriller/horror, ma anche del giallo da camera.
Il film è decisamente inquietante e il merito va soprattutto a una Venezia fosca e fascinosa che sostituisce la campagna inglese di Poirot e la strage degli innocenti.
Ma non è finita qui, perché stavolta il razionalissimo Poirot si trova alle prese con nemici più insoliti e imprevedibili del solito: spiriti, fantasmi ma soprattutto il dubbio e la fede. Aspetto parecchio interessante per un personaggio, quello del Poirot di Branagh, che ci era sembrato troppo legnoso e stereotipato nei suoi precedenti lavori tratti dalla Christie.
Il cast, al solito notevole ma meno all stars che nei film precedenti, se la cava bene e la caratterizzazione dei personaggi è decisamente più accurata e soddisfacente.
Ottimi e assolutamente funzionali al racconto gli strumenti registici, come lenti anamorfiche o inquadrature oblique, che favoriscono il senso di distorsione e pericolo.
Ciò che non convince, invece, è il tentativo di Branagh di spaventare il pubblico a ogni costo, attraverso l’uso telefonato e scolastico dei jumpscare e di colpi di scena non sempre ben assestati. L’impressione è che Branagh non maneggi a dovere gli elementi horror e che il soprannaturale non si leghi adeguatamente alla mystery story.
Il risultato è che la tensione dell’indagine vacilla, nonostante le riuscite atmosfere e la coraggiosa umanizzazione di Poirot, che il Branagh attore si sforza in tutti i modi di evidenziare. Finora, comunque, sicuramente il migliore dei tre film tratti dalla signora del giallo firmati dal poliedrico artista britannico.