A Venezia 75 il corto La notte prima di Annamaria Liguori: il coraggio di una donna che affronta il tumore al seno metastatico. Incontriamo la protagonista Antonia Liskova
Antonia Liskova protagonista de La notte prima, il cortometraggio di Annamaria Liguori dedicato a tutte le donne con tumore al seno metastatico, presentato alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia.
Il corto è liberamente ispirato a una delle storie di donne raccolte nell’ambito della campagna Voltati. Guarda. Ascolta., promossa da Pfizer in collaborazione con Fondazione AIOM, Europa Donna Italia e Susan G. Komen Italia, con l’obiettivo di rompere il silenzio attorno a questa malattia.
Nel cast, anche Francesco Montanari, Giorgio Colangeli, Imma Piro, Alessandro Bardani ed Emanuela Grimalda.
Alessandra ha 38 anni quando scopre un nodulo al seno. Un mese e mezzo prima del suo matrimonio, quando è già tutto organizzato. Prima la preoccupazione, poi la diagnosi che il male ha già prodotto metastasi e non lascia speranza di guarigione.
Antonia, immagino che girare questo corto dalla tematica così delicata non sia stato affatto facile…
“È stato un corto molto duro, non ti nego che ho avuto paura a interpretare la vita di una persona che sta male, ti rendi conto che è una cosa che può succedere anche a te e ai tuoi cari. Non c’è ricerca in Italia, stiamo morendo come se avessimo la peste. Molti sono andati via per occuparsene, perché da noi tagliano sempre più fondi. Per di più, nella malattia spesso ti ghettizzano, anziché sostenerti. Quando ho girato mi si è davvero stretto il cuore”.
Come ti sei approcciata ad Alessandra?
“Questa è una storia vera, pertanto ho provato a immaginare di avere realmente la malattia. E’ stato devastante, nonostante io solitamente gestisca bene il malessere. Ho imparato a vedere la vita in modo diverso, persino mia figlia in modo diverso. È stato come vivere la mia vera vita e immaginare come l’avrebbero vissuta i miei familiari, il mio compagno, la gente che mi vedeva star male. Consiglio a tutti un ruolo così, perché ti rendi conto che le priorità sono altre e che quando le cose ti vanno male sei comunque molto più fortunato di altri”.
Il tuo personaggio affronta una profonda evoluzione nell’iter del film…
“Penso che quando ti arriva una notizia del genere non sai come gestirla, ti scatta solo la paura e non vuoi vedere nessuno. Viene spontaneo piangerti addosso e ritenersi vittima di un’ingiustizia, poi però ti rendi conto che la situazione non dipende da nessuno, e che sei solo tu a poterla cambiare. Sei tu infatti che decidi come vivere quei mesi e non è detto che allontanando i tuoi affetti tu stia facendo bene, anzi è il contrario. E’ per questo che bisogna riprendere in mano la propria vita”.
Dopo quest’esperienza, che consigli ti senti di dare a chi deve affrontare il dramma di Alessandra?
“Il film dà un messaggio importante a tutte le donne che si trovano nella sua situazione: non nascondere il dolore e non viverlo da sole. Bisogna scegliere pertanto la via dell’affetto, specie perché la società di oggi non è in grado di accogliere queste persone; se infatti le allontaniamo, di conseguenza le facciamo sentire diverse”.
Prossimi progetti di Antonia Liskova?
“Sarò coinvolta in un progetto in cui interpreterò una donna di 70 anni e poi sarò un uomo nel film “Purchè finisca bene- Basta un paio di baffi”. Mi piace mettermi in gioco è il mio mestiere.
Come gestisci lavoro e famiglia?
“Penso che si possa fare tutto. Io preferisco rinunciare a qualcosa per stare il più possibile con mia figlia. Ora ha 13 anni, quindi è grandicella, ma per me è importante farle sapere che ci sono, è la cosa più bella della mia vita”.
Roberto Puntato