Con protagonista Valentina Picello, lo spettacolo andrà in scena dal 22 al 26 gennaio
Dal 22 al 26 gennaio, il Teatro India ospita Anna Cappelli, straordinario testo di Annibale Ruccello, portato in scena con la regia di Claudio Tolcachir e l’interpretazione della talentuosa Valentina Picello. Un’opera che attraversa con maestria le sfumature più profonde dell’animo umano, alternando ironia e dramma per raccontare una figura femminile complessa e universale.
Con il tocco sapiente di Tolcachir, regista, drammaturgo e attore di fama internazionale, fondatore del Teatro Timbre 4 a Buenos Aires, il testo di Ruccello esplora temi ancora oggi attuali: il desiderio di emancipazione, la solitudine e la lotta contro le costrizioni di un’esistenza opprimente. Anna Cappelli ci conduce nella vita di una donna apparentemente dolce e fragile, ma con una forza che emerge in modo tragico e sorprendente.
La storia, ambientata negli anni ’60, narra il percorso di Anna, una giovane donna che si allontana dalla famiglia per lavorare e conquistare l’indipendenza. Tuttavia, la sua ricerca di sicurezza la porta a sottomettersi a una relazione con un uomo che rappresenta per lei stabilità e protezione, ma che, a causa della sua ossessiva possessività, innesca una spirale di sofferenza e vendetta.
«Un testo sul ruolo della donna. L’indipendenza, la prospettiva di futuro, la solitudine, la mancanza di mezzi e di risorse. Commovente e imbarazzante allo stesso tempo. Ciascuno di noi potrebbe conoscerla, incrociarla nella propria vita, ma potremmo anche essere lei. Sentirci così impotenti da prendere le decisioni peggiori», racconta Claudio Tolcachir.
Valentina Picello, con la sua straordinaria capacità interpretativa, restituisce al personaggio una gamma emozionale ricca e autentica: «Un gioiello teatrale sul corpo di un’attrice unica, Valentina. La sua sensibilità, la sua immaginazione e l’infinita delicatezza del suo humor daranno a questo testo una impronta unica e piena di aria fresca. Una proposta molto netta: questa donna, il pubblico, e la vita in mezzo a loro. Lo humor e la tragedia mischiati. Quel sorriso doloroso che ci attraversa e non ci lascia indifferenti», prosegue il regista.
La pièce rappresenta il primo appuntamento di un trittico dedicato ad Annibale Ruccello dal Teatro di Roma, un’occasione preziosa per omaggiare la memoria di un autore che ha segnato profondamente la drammaturgia italiana. A completare questa rassegna, gli spettacoli Le cinque rose di Jennifer, diretto da Geppy Gleijeses, e Ferdinando, nella regia di Arturo Cirillo. Tre titoli che evidenziano la profondità della scrittura di Ruccello, capace di raccontare con delicatezza e ironia le fragilità umane e le contraddizioni dei suoi personaggi.
Alberto Leali