Anna Bonaiuto fa rivivere il fascino dell’immortale diva Sarah Bernhardt, attrice teatrale e cinematografica francese dei primi del’900. Al Teatro Vittoria, l’attrice, insieme a Gianluigi Fogacci, è in scena con La Divina Sarah , dal 6 al 15 aprile
La Divina Sarah è un atto d’amore per una diva immortale del teatro: Sarah Bernhardt. Una donna che con la sua arte e le sue stravaganze ha costruito il primo esempio di divismo della storia dello spettacolo al femminile.
Una rivoluzionaria anticonformista che per prima si impose sulla scena mondiale in abiti maschili. Un mito vivente che riscrive il suo tumultuoso percorso di vita sulla pelle del segretario-schiavo, con il quale instaura un divertente e surreale rapporto sadomasochistico. Una partita a due dove è protagonista il gioco degli attori, grazie al tono ironico rapido e cinico delle battute e al continuo entrare e uscire dalla finzione teatrale. Un testo poetico e crepuscolare e un inno alla vita. L’Arte, motore della vita.
Sarah Bernhardt, al tramonto di una carriera planetaria, entra in un pessimismo cosmico, faustiano. Un amaro bilancio del suo privato fa sanguinare ferite mai rimarginate. Una ambigua seduta psicanalitica nella quale Sarah Bernhardt, regista di se stessa vuole far riapparire, attraverso un improvvisato laboratorio teatrale, i protagonisti della sua vita, per rivelarci l’origine della sua disperazione come essere umano. Un’auto-analisi spietata dei suoi rapporti personali e l’urgenza di dire quello che non era mai riuscita a dire. Il baratro del passato e la fragilità dell’essere di fronte alle scoperte del nuovo secolo.
La ricostruzione dei “memorie” è la possibilità di rilasciare un’autodifesa come ultima testimonianza, rivendicando un diritto concesso a tutti, quindi anche all’artista: il diritto all’odio.
Un testo sarcastico dove il comico e il drammatico di alternano per la costruzione di una grande personalità d’artista. E ne svela l’umano che si nasconde dietro la maschera, la ferita che sta dietro ad ogni arte e di cui ogni arte si nutre.
Una Sarah Bernhardt messa a nudo. Iconica, grottesca, esasperata e disperata di fronte a quello che per lei non dovrebbe mai arrivare: la parola fine.
Zerkalo Spettacolo