In scena dal 18 al 23 febbraio 2025 al Teatro India di Roma
Dopo il successo sul grande schermo con Napoli – New York di Gabriele Salvatores e in televisione con la serie cult Mare Fuori, Anna Ammirati torna a teatro con Napsound, un’esperienza immersiva che fonde poesia napoletana, musica elettronica e videoarte. Lo spettacolo, in scena dal 18 al 23 febbraio 2025 al Teatro India di Roma, segna il ritorno dell’attrice e regista napoletana con una versione rinnovata della sua opera prima, una produzione firmata Teatro di Roma.
Un’esperienza teatrale tra poesia, suono e immagine
Napsound non è un semplice spettacolo teatrale, ma un viaggio sensoriale in cui testi di grandi autori partenopei – Eduardo De Filippo, Totò, Ferdinando Russo, Raffaele Viviani – si intrecciano con le sonorità elettroniche di Mario Conte e le installazioni visive di Alessandro Papa. Attraverso un continuo dialogo tra parole, musica e immagini, la narrazione esplora le fasi della vita – infanzia, adolescenza e maturità – in una struttura fluida e dinamica. Qui, la musica non è solo un accompagnamento, ma un vero e proprio linguaggio che dà ritmo e profondità al racconto.
Dopo il debutto all’Auditorium Parco della Musica nel 2018 e numerose repliche nei teatri stabili italiani, Napsound torna con una veste aggiornata: una narrazione più strutturata, una dimensione sonora ampliata e l’uso del live electronics, che rende lo spettacolo ancora più immersivo e coinvolgente.
Anna Ammirati: “Napsound nasce da un’urgenza autentica”
“Napsound è cuore, sudore, anima, sangue e cervello” racconta Anna Ammirati, che oltre a dirigere lo spettacolo ne è anche protagonista. “Questa opera è nata da un’urgenza reale, non dal desiderio di piacere o di essere accettata. È il mio primo lavoro teatrale, in cui mi sono diretta da sola, e racconta il viaggio di una donna attraverso le stagioni della vita, dall’innocenza dell’infanzia fino alla consapevolezza della maturità.
Ho sempre amato la musica elettronica e la poesia di Eduardo De Filippo, e ho sentito il bisogno di unirle in un’esperienza teatrale che fosse contaminata, istintiva, quasi primordiale. Napsound è nato in uno studio di registrazione, come un esperimento personale. Poi qualcuno lo ha visto e ha deciso di farmelo portare in scena all’Auditorium di Roma. Da allora ha continuato a crescere e trasformarsi, come facciamo noi nel corso della vita.”
Tra teatro, sogno e metamorfosi
I personaggi di Napsound si muovono attraverso le voci della poesia napoletana, trasformandosi continuamente: il giudice di Eduardo De Filippo diventa il dio spietato di Ferdinando Russo, la donna borghese di Totò si evolve nella figura passionale di Raffaele Viviani. Un viaggio che attraversa epoche e sensibilità diverse, stimolando il pubblico a riflettere sulla propria identità e sulle connessioni invisibili tra passato, presente e futuro.
Lo spettacolo non segue una trama tradizionale, ma è una composizione di voci, suoni e immagini che si sovrappongono e si rincorrono, proprio come i pensieri e le emozioni che caratterizzano ogni fase della nostra esistenza. La potenza della musica elettronica e la forza della parola poetica si fondono in un’unica entità, dando vita a un’esperienza teatrale che sfida i confini del teatro classico.
“Ho immaginato Napsound come un viaggio onirico” conclude Ammirati. “Mi sono ispirata ad Alice nel Paese delle Meraviglie: ogni poesia è una porta che si apre su un nuovo mondo, in cui vengo risucchiata e trasformata. Ogni testo mi cambia, mi plasma, come accade nella vita reale con le esperienze che viviamo. Questo spettacolo è una celebrazione del cambiamento e della scoperta di sé.”
Un teatro che emoziona e sperimenta
Napsound è un’opera che va oltre il teatro tradizionale: un’esperienza immersiva che invita lo spettatore a lasciarsi trasportare da flusso di parole, suoni e immagini. Con un linguaggio innovativo e una profonda sensibilità artistica, Anna Ammirati porta in scena un lavoro potente e personale, capace di toccare corde profonde e universali.
Roberto Puntato