Dedicato alla multiforme figura della fotografia intimista di Nan Goldin e alla sua lotta contro l’uso dei farmaci oppiacei, il film arriverà nelle sale italiane il 12, 13 e 14 febbraio distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection
Tutta la bellezza e il dolore (All the beauty and the bloodshed), vincitore a sorpresa del Leone d’Oro alla 79ma Mostra del Cinema di Venezia, è il bellissimo documentario che racconta l’opera, la storia e le battaglie dell’artista e attivista Nan Goldin.
Lei, paladina degli inascoltati e degli ignorati e autrice del capolavoro The Ballad of Sexual Dependency, è un’artista che non ha mai temuto di raccontare senza filtri la propria vita, anche attraverso l’impegno socio-politico.
Trasformando “l’istantanea familiare intima in un genere artistico”, la sua opera è divenuta un punto focale per un’intera generazione di fotografi, svelando la sottocultura gay e dell’eroina nella New York degli anni ’70 e ’80.
Unico documentario in concorso a Venezia 2022, All the beauty and the bloodshed esplora l’energia, la passione e i tormenti interiori dell’artista, concentrandosi, però, in particolare sulla lotta da lei condotta contro la facoltosa famiglia Sackler, arricchitasi dalla vendita di oppiacei – piaga sociale che negli Stati Uniti ha ucciso circa 500 mila persone – e celebrata dal mondo dell’arte come encomiabile mecenate.
Nan stessa è stata una delle tante pazienti a incappare nel subdolo farmaco OxyContin e a sviluppare una forte dipendenza. I medici dell’epoca, d’altronde, allettati da un sistema di ricompense progressive della compagnia farmaceutica, hanno invitato per anni i pazienti ad assumere questo oppioide su base giornaliera, ogni qualvolta sentissero dolore. Goldin diviene così fondatrice e capofila di un gruppo di attivisti noto come PAIN (Prescription Addiction Intervention Now), che si propone l’ambiziosa sfida di colpire l’inossidabile immagine mediatica della famiglia Sackler.
Laura Poitras, già autrice dello straordinario Citizenfour, racconta gli instancabili tentativi della Goldin di abbattere, manifestazione dopo manifestazione, opera d’arte dopo opera d’arte, i privilegi acquisiti dai Sackler: il suo film è un potente manifesto d’arte e giustizia contro le dipendenze e la sete di potere.
In realtà, basterebbe la sola vita della Goldin per appassionarsi a un film stratificato e privo di retorica ed edulcorazioni, intessuto di arte, bellezza e passione, ma anche di morte, brutalità e sofferenza. La Poitras utilizza con grande abilità arte, diapositive, dialoghi intimi, rari filmati e scatti famosi, intrecciando passato e presente, sfera privata e politica.
Ne deriva il ritratto – parziale ma travolgente – di una donna immensa e multiforme, influente e coraggiosa, ossessionata dalla ricerca della verità ad ogni costo e portavoce di un mondo underground e dannato, in cui, tuttavia, c’è spazio per valori universali in cui identificarsi.
Roberto Puntato