Alessandro Borghi continua a conquistare premi con la sua straordinaria interpretazione di Stefano Cucchi nel film Sulla Mia Pelle: miglior attore anche per l’Associazione della Stampa Estera in Italia
Alessandro Borghi è sicuramente l’attore italiano più amato e premiato del momento: molte sono le sue interpretazioni acclamate da critica e pubblico, da Non essere cattivo a Suburra, da Il più grande sogno a Il Primo Re.
E’ però il ruolo di Stefano Cucchi nel film di Alessio Cremonini Sulla Mia Pelle, a regalargli attualmente le soddisfazioni più grandi, grazie alla vittoria ai David di Donatello 2019 e al recentissimo Globo D’Oro come miglior attore, ricevuto ieri sera a Villa Wolkonsky.
Anche l’Associazione della Stampa Estera in Italia, infatti, ha apprezzato l’impegnativa e ammirevole prova dell’attore romano, preferendolo agli altri due candidati Pierfrancesco Favino (Il Traditore) e Marcello Fonte (Dogman).
Alessandro, cosa significa per te Sulla Mia Pelle?
Tempo fa una persona che stimo molto del settore mi ha detto: “Non so se l’idea ti piacerà, ma questo rimarrà per sempre il film della tua vita”. Ci ho riflettuto, e per me “Sulla Mia Pelle” rimane ad oggi il più alto momento di maturità del mio percorso professionale. Un’esperienza impegnativa e profonda, che mi sentivo in grado di sopportare e supportare e che ha avuto un impatto fortissimo su di me e sul pubblico. Forse anche molto più grande di quello che avremmo potuto immaginare.
Il fatto che la storia di Stefano Cucchi, anche grazie a questo film, abbia toccato profondamente l’animo del pubblico penso sia una soddisfazione ancora più grande…
C’è tanta gente che ha apprezzato questo film e molti sono stati quelli che mi hanno chiesto di abbracciarmi dopo averlo visto. Penso che per un attore sia il regalo più bello.
Sei felice di essere stato premiato anche dalla Stampa Estera?
Assolutamente sì. Vuol dire che per fortuna il nostro cinema è visto anche fuori dall’Italia. Stiamo vivendo un momento di grande globalizzazione e lo stiamo sfruttando molto bene. Non solo io con “I Diavoli”, ma anche molti miei colleghi stanno avendo la possibilità di fare film in giro per il mondo e penso che questo sia fondamentale per il cinema e i professionisti italiani. Finalmente all’estero ricominciano ad apprezzare i meriti del nostro cinema.
Quando hai capito che il cinema sarebbe stato la tua vita?
In realtà penso che siano gli altri a decidere di farci fare questo mestiere, nonostante il nostro amore possa essere sconfinato. Devo un enorme grazie a Stefano Sollima che con “Suburra – Il Film” mi ha regalato la mia prima grande occasione. Su quel set ho capito che quella sarebbe stata la mia vita.
Dei film di questa stagione cinematografica, a parte quelli che hai interpretato, ce ne sono alcuni che ti hanno più colpito?
Mi è piaciuto moltissimo “Green Book”, ma in generale quest’anno non ho avuto molti colpi di fulmine, nonostante le cose belle non siano mancate. Se penso, infatti, a film come “Interstellar” mi vengono ancora i brividi.
Roberto Puntato