Dal 17 febbraio in libreria “Caro Alberto”, volume che raccoglie le lettere inedite ritrovate nell’archivio dell’attore. E dal 20 febbraio nel teatro della Villa Museo la retrospettiva, dedicata agli studenti, “Sordi e la Storia d’Italia”
In occasione dei vent’anni dalla morte di Alberto Sordi, avvenuta il 24 febbraio del 2003, la Fondazione Museo Alberto Sordi ricorda il grande attore con due iniziative volte a celebrare l’enorme affetto che lo circondava e la notevole eredità lasciata con i suoi film e personaggi.
Il 17 febbraio uscirà nelle librerie il volume “Caro Alberto. Le lettere ritrovate nell’Archivio Sordi” realizzato unitamente aEditori Laterza e curato da Alberto Crespi, che sarà presentato martedì 14 febbraio alle ore 20.30 presso la Libreria Spazio Sette di Roma (via dei Barbieri 7) alla presenza di Giambattista Faralli, Vicepresidente della Fondazione Museo Alberto Sordi, Walter Veltroni, amico personale di Alberto Sordi e Presidente Onorario della Fondazione Museo Alberto Sordi, e di Alberto Crespi con un’introduzione di Giuseppe Laterza e letture di Paolo Conticini.
“Caro Alberto” è un libro diverso da tutti quelli già esistenti su di lui perché raccoglie una ricca scelta delle migliaia di lettere che il grande attore ha ricevuto nel corso della sua lunga carriera. Lettere del suo archivio personale – custodito e studiato dalla Fondazione Museo Alberto Sordi – di ammiratori, appassionati di cinema, fan che si rivolgono a lui come si farebbe con un amico o con un parente, al quale chiedere consigli, confidare dolori, raccontare gioie e comunicare l’amore per le sue interpretazioni, che si rivelano un vero e proprio lenitivo ai momenti tristi della vita. Ci sono anche lettere di personalità celebri, di colleghi di lavoro, come Anthony Quinn, Monica Vitti, Gina Lollobrigida, e di esponenti politici. Ma soprattutto raccoglie tantissimi messaggi commoventi e inaspettati di anonimi cittadini, spesso lasciati davanti alla villa di Roma dove Sordi ha vissuto per anni.
Il libro si arricchisce delle testimonianze di Walter Veltroni e Carlo Verdone. “Alberto Sordi ha non solo incarnato, ma anche plasmato il carattere profondo e l’umorismo fulminante di un popolo” scrive Walter Veltroni. “Con la sua maschera di attore, con i suoi personaggi, Alberto Sordi ha rappresentato un’Italia allegra, rassicurante, in fondo piena di ottimismo. Faceva ridere e la risata anche quando è amara o beffarda genera positività – ricorda Carlo Verdone -. Quindi non mi stupisce che le lettere raccolte in questo libro siano piene di affetto, di un’identificazione calda e positiva”.
La Fondazione Museo Alberto Sordi organizza, inoltre, in collaborazione con l’Istituto Cine-TV Roberto Rossellini di Roma, un ciclo di proiezioni dal titolo “Sordi e la Storia d’Italia”a cura di Luca Verdone, che a partire dal 20febbraio si terrà presso il teatro custodito nella Villa Museo e riservato agli studenti di cinema. La rassegna, che si prefigge lo scopo di dimostrare la modernità che ancora conservano i film e i personaggi interpretati da Alberto Sordi, comprende titoli come “La grande guerra”, “Tutti a casa”, “Una vita difficile”, “Un americano a Roma”, “Bello, Onesto, Emigrato Australia, sposerebbe compaesana illibata” e “Un borghese piccolo piccolo”.