Alle Giornate del Cinema Lucano di Maratea è stato proiettato l’acclamato corto di Luigi Pane L’avenir, ambientato a Parigi durante l’attacco terroristico del novembre 2015. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con i giovani produttori, Giuseppe Marco Albano e Angelo Troiano
Dopo il successo di Black Comedy, il corto che ha vinto il Los Angeles Film Valley e ottenuto importanti riconoscimenti anche in Italia, il giovane regista sorrentino Luigi Pane torna con una nuova opere breve dal titolo L’avenir.
Ambientato a Parigi durante la terribile notte del 13 novembre 2015, in cui la capitale francese è stato teatro di un attacco terroristico da parte dell’ISIS, L’avenir racconta di una giovane coppia in crisi sentimentale, napoletano e sognatore lui, francese e pragmatica lei, costretti a restare barricati nel loro appartamento mentre fuori esplode la violenza.
Uno sguardo intimista e sensibile su una delle più grandi tragedie moderne che ha colpito la Francia e l’Europa, ma anche un inno all’amore che è l’unica arma per sconfiggere l’odio e guardare con fiducia al domani. I due ragazzi, esploreranno infatti le loro più intime paure, trovando la forza di affrontare e ritrovare se stessi.
I protagonisti del corto di Luigi Pane sono Antonio Folletto, noto al grande pubblico per il ruolo de “Il Principe” in Gomorra e di “Aragona” nei Bastardi di Pizzofalcone, e l’attrice francese Charlotte Verny.
Il regista e produttore Giuseppe Marco Albano
Alle Giornate del Cinema Lucano di Maratea abbiamo incontrato i giovani produttori de L’avenir Giuseppe Marco Albano e Angelo Troiano (reduci dal successo del corto Thriller), che ci hanno raccontato come è nato questo interessante progetto.
Giuseppe, come mai hai deciso di produrre L’Avenir?
Ho conosciuto Luigi Pane in un festival dove eravamo finalisti insieme come registi. Ho fatto già diversi corti da regista, ho vinto anche un Nastro d’Argento e un David di Donatello, quindi ad un certo punto sentivo il bisogno di fermarmi per pensare a un film lungo. Così mi sono detto: “Perché nel frattempo non promuovere qualche giovane autore?” L’avenir è stata la mia prima esperienza da produttore, col mio socio Angelo Troiano abbiamo creduto fortemente in questa storia, perché una volta letta la sceneggiatura ci ha davvero emozionato. Pensa che la bellissima canzone di ZAZ del finale era già in sceneggiatura.
L’esperienza da produttore è profondamente diversa da quella di regista. Come ti sei trovato in questa nuova veste?
Sì, è stata un’esperienza molto particolare, perché sei sul set con un ruolo diverso da quello che ricopri abitualmente e hai al contempo l’innata propensione a dirigere. Ti devi scrollare di dosso alcune cose che sei portato a fare, essere critico e gestore dell’opera in forma diversa. E’ stata un’esperienza sicuramente stimolante, che mi ha dato molta maturità.
Quanto sei stato critico a livello produttivo?
Abbiamo imposto delle scelte che ci dessero sicurezza. E’ importante avvalersi di persone di fiducia con cui si è già collaborato e che possano salvaguardarti dai pericoli, dal direttore della fotografia, al montatore, ecc. E poi personalmente ho insistito molto sulla musica, perché quando ho ascoltato ZAZ dopo aver letto la sceneggiatura mi sono davvero commosso. Si era anche parlato di Dalida o Aznavour ma ho voluto ZAZ a tutti i costi. Per fortuna l’etichetta ci ha dato possibilità di utilizzare per i festival e non per la vendita il corto con la musica.
Cosa ti ha colpito di più di L’avenir?
La storia, è potente, intima ed emozionante.
Il produttore Angelo Troiano
E a livello registico, hai dato dei suggerimenti?
Sì, ho dato dei suggerimenti, alcuni accolti, altri meno. Ma è stata una bellissima esperienza collaborare con Luigi Pane, iniziata sin dalla fase di sviluppo e supervisione della sceneggiatura.
Pensi di continuare il tuo percorso da produttore?
Sì, con Luigi abbiamo persino parlato di un ciclo di cortometraggi insieme.
Angelo, e per te che esperienza è stata quella de L’avenir?
Avere un socio produttore e regista è sicuramente un’esperienza particolare, devi capire la voglia di intervenire nel progetto di un altro regista e mantenere il giusto equilibrio. Ci siamo ascoltati molto e abbiamo lavorato bene. Il progetto l’ha trovato Giuseppe in un concorso di corti a cui ha partecipato in una delle sue tappe da regista.
Tra un po’ ci sarà il Festival del Cinema di Venezia, vi piacerebbe parteciparvi?
In realtà una delle nostre produzioni, “Acquario”, è stato selezionato per la sezione I LOVE GAI, dedicata ai giovani autori italiani. Siamo davvero soddisfatti.
Alberto Leali