Il 7 novembre l’inaugurazione con La boîte à joujoux di Claude Debussy
Un omaggio all’innocenza, all’infanzia e alla fantasia (dei piccoli come degli adulti) per l’inaugurazione della stagione da camera dell’Accademia Filarmonica Romana al Teatro Argentina giovedì 7 novembre (ore 21) con La boîte à joujoux di Claude Debussy, un balletpour enfants del 1913 dalla scrittura raffinata, ricca di umorismo, ispirato all’amata figlia Emma, detta Chouchou.
La boîte à joujoux (La scatola dei giocattoli) nasce inizialmente come spettacolo per marionette, destinato all’orchestra, ma completato solo nella stesura per pianoforte, a causa della malattia del compositore, che morì nel 1918. Solo nel 1919 il balletto fu orchestrato da André Caplet e coreografato. Proposto per l’occasione nella versione per pianoforte, voce recitante e danzatori, a interpretarlo sul palco dell’Argentina ci saranno la pianista Costanza Principe, classe 1993, fra le più interessanti e affermate della sua generazione, Paola Giannini, attrice di teatro e volto noto della tv, insieme ai tre danzatori della Compagnia spagnola Du’K’to, impegnati nella coreografia di Carlo Massari.
Nella Boîte vi si intrecciano le due dimensioni del mondo dei giocattoli e quello della realtà vissuta, con una musica che è vivida, delicata, ricca di citazioni. Il racconto è quello di un triangolo amoroso fra una bambola, un soldatino e Pulcinella (ognuno dei personaggi con il proprio tema musicale) che escono di notte da una scatola di giocattoli in cui sono rinchiusi…
“Le scatole dei giocattoli sono in effetti città dove i giocattoli vivono come persone reali. O forse le città non sono altro che scatole dove le persone vivono come giocattoli”. Questa riflessione del pittore e scrittore André Hellé che curò anche la prima edizione dell’opera per l’editore parigino Durand nel 1913 con fantasiosi disegni a colori, è lo spunto per la coreografia di Carlo Massari: la musica di Debussy si intreccia alla danza acrobatica e alle discipline circensi, rimarcando un contrasto tra la spensieratezza dell’infanzia e la complessità della vita adulta. “La boîte à joujoux – racconta Massari – diventa metafora delle nostre esistenze, un invito a chiederci se siamo realmente liberi o se, come giocattoli, viviamo intrappolati in una scatola di convenzioni. Un’esperienza visiva e sonora profonda, che ci parla dell’umano e della sua costante ricerca di autenticità”.
Nella prima parte del concerto, dedicata tutta al pianoforte, protagonista è ancora il mondo dell’infanzia con Kinderszenen (Scene infantili) op. 15 di Robert Schumann e, spartito che affrontano tutti i giovanissimi pianisti, le Dodici variazioni per pianoforte su “Ah, vousdirais-je, Maman” di Mozart. In programma anche la Sérénade de Don Juan di Karol Szymanowski, tratta dalla raccolta Masque op. 34 di tre anni successiva a La boîte à joujoux, che si ispira chiaramente alla scrittura impressionista di Debussy.
GLI ALTRI CONCERTI AL TEATRO ARGENTINA
Fino a maggio, saranno in totale 11 i concerti della Filarmonica al Teatro Argentina (il giovedì alle ore 21 o 21.15), dedicati alla musica da camera e ai recital solistici. Dopo l’inaugurazione, si prosegue il 28 novembre con il recital della pianista ucraina Anna Fedorova, artista “sensibile e poetica”, fra le più note e apprezzate dell’Est Europa. Debutta alla Filarmonica con un programma dedicato ad alcuni celebri pezzi di Ravel (Miroirs e Gaspard de la nuit) e Musorgskij (Quadri di un’esposizione).
Fra i tanti musicisti troviamo il duo Andrea Lucchesini– Enrico Dindo (5 dicembre), il grande virtuoso del violino Ilya Gringolts (19 dicembre) con il suo prezioso Stradivari, e ancora il Trio di Parma (13 febbraio ‘25), il Quartetto Noûs con il clarinettista Nicolai Pfeffer (20 febbraio), le formazioni barocche Concerto de’ Cavalieri (30 gennaio) e L’Astrée (15 maggio) in originali accostamenti fra musica barocca e musica dei nostri giorni.
Atteso il debutto della giovanissima stella delle percussioni classiche la ventisettenne francese Adélaïde Ferrière (13 febbraio), e altrettanto atteso il ritorno del pianista Filippo Gorini (27 marzo), con il primo concerto del nuovo progetto triennale dedicato all’esecuzione delle ultime Sonate di Beethoven e Schubert con una novità di Beat Furrer.
Infine una delle voci di maggior successo degli ultimi anni, il soprano Rosa Feola (10 aprile) in una serata con musiche vocali da camera su testi poetici italiani.