Dal 25 maggio il pubblico potrà ammirare immagini di straordinaria varietà di abiti e costumi tradizionali, ma allo stesso tempo innovativi, indossati con orgoglio dalle genti di circa 30 paesi che continuano a preservarne e tramandarne le origini
Dal prossimo 25 maggio a Palazzo Bonaparte di Roma, Arthemisia presenta in anteprima assoluta “A Beautiful World”, il nuovo progetto ideato da Mario Testino, uno dei più celebri fotografi contemporanei a livello internazionale.
Nato in Perù nel 1954 con origini irlandesi e italiane, Mario Testino si trasferisce a Londra nel 1976 dove inizia a farsi un nome e a diventare uno dei fotografi di moda e ritrattisti più innovativi della sua generazione e le sue fotografie appaiono sulle principali riviste di moda del mondo. Punto di riferimento di altissimo rilievo nell’arte della moda, le sue immagini sono spesso diventate leggendarie come le persone che ha fotografato, da Kate Moss a Madonna, da Naomi Campbell a Diana Princess of Wales.
Terence Pepper, curatore della fotografia alla National Portrait Gallery di Londra, lo ha definito il “John Singer Sargent dei nostri tempi”, mentre il direttore della galleria, Charles Saumarez Smith, parlando della retrospettiva da record “Mario Testino PORTRAITS” del 2002, ha sottolineato il rapporto forte tra l’opera di Testino e la tradizione dei ritrattisti di corte, da Holbein a Reynolds, da Goya a Rubens.
Negli ultimi sette anni, la sua ricerca di nuovi soggetti oltre i confini del mondo della moda ha portato la sua attenzione su un nuovo percorso creativo. Già accennato nelle immagini nel 2007, ha trovato ispirazione nelle identità culturali e nel costume dei paesi in cui tipicamente ha ambientato i suoi servizi fotografici delle nuove collezioni.
Dal 2017 ha attraversato più di 30 paesi, concentrando la sua arte sull’esplorazione dell’unicità culturale e tradizionale che ancora si trova in un mondo rapidamente globalizzato.
“A Beautiful World” – attraverso circa 70 opere – è la navigazione straordinariamente magica e sfumata di Testino tra le complessità e i contrasti dei nostri molteplici modi di appartenere: definizione di individualità e conformità, comunità ed esilio, rituali, idee di sé, nozioni di altro, di identità al di là dei canoni di genere, simboli della differenza culturale e icone di sistemi di credenze.
La mostra “Mario Testino. A Beautiful World”, col patrocinio del Comune di Roma, è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con Domus Artium Reserve, con il supporto dell’Uzbekistan Art and Culture Development Foundation, e vede come sponsor Art Partner e Generali Valore Cultura, media partner Urban Vision e la Repubblica e mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale e Atac.
La mostra è curata dall’illustre artista, scrittore e designer multidisciplinare Patrick Kinmonth. Il progetto A Beautiful World supporta la missione di “The Great Balance” nella promozione del patrimonio culturale (www.thegreatbalance.org).
LA MOSTRA
Come ha spesso detto, Mario Testino è sempre stato mosso dall’istinto di far apparire le sue immagini spontanee, intime e immediate. “Gli occhi del mondo moderno, che sono diventati ossessionati dall’avvicinarsi il più possibile ai loro eroi, volevano sentire di essere letteralmente in grado di raggiungere e toccare l’attimo nelle immagini, quindi ho voluto trasferire l’emozione di un incontro ravvicinato e intimo con il soggetto nella fotografia che stavo scattando”.
Meticolosamente pianificate ed eseguite, le sue fotografie hanno un’ingannevole nonchalance ed eleganza che ha ridefinito l’informalità nelle immagini di moda. Fresco e attuale, il suo lavoro ha provocato e soddisfatto i suoi seguaci e lo ha reso per decenni il creatore di campagne di moda ed editoriali che hanno sfidato le norme accettate con la loro creatività e il loro fascino.
Ma, ispirato dal fotografo peruviano Martin Chambi Jimenez e dai suoi ritratti dei primi anni del XX secolo di donne peruviane a Cusco che indossano abiti tradizionali, Testino ha rivisitato in un modo tutto suo il soggetto a colori per documentare la continua ricchezza e l’evoluzione delle tradizioni del costume in Perù.
Inizia così il nuovo progetto di Testino che ha cercato di registrare la straordinaria ricchezza della cultura del vestire in continua evoluzione accanto a una incombente tendenza all’omologazione, che cancella identità e comunità in ogni angolo del globo.
Testino reagisce a questo conformismo cercando, ovunque vada, abiti e costumi originali e immutabili che descrivano approcci artistici unici legati al ruolo, all’identità e al potere di appartenenza, evidenziati da indizi visivi. Può trattarsi di una forma straordinaria di un cappello, o di un taglio specifico di un costume o di un abito modellato, creato e associato a un rituale, una festa, un luogo o un’usanza.
Rivelando questa bellezza in luoghi insoliti, definendo efficacemente il modo in cui apparteniamo al nostro luogo di nascita e di vita, e includendo l’ornamento del corpo stesso, fino alla pelle e ai capelli, Testino ha catturato come rare farfalle immagini che definiscono chi siamo, a cosa apparteniamo e cosa rischiamo di perdere nel nostro bel mondo.
La mostra “Mario Testino. A Beautiful World”, attraverso un percorso tematico, è quindi un viaggio che parte dal Perù per snodarsi attraverso Colombia, Messico, Giappone, Myanmar, Mongolia, Kenia e molti altri Paesi per svelare, attraverso la lettura e l’analisi dei costumi tradizionali, gli atteggiamenti dei vari popoli, rivelando a volte i loro tratti comuni ed altre i loro contrasti.
L’abito tradizionale come un codice a barre da leggere per “identificare” un popolo e portarne alla luce le caratteristiche più intime.
È nel vestito il punto focale: il vestito decontestualizzato perché la concentrazione sia ancora di più su quella sorta di seconda pelle.
L’utilizzo del colore nelle sue fotografie è straordinario ed esalta ancor più l’aspetto esteriore e creativo di tradizioni assai diverse, che però in comune hanno qualcosa che non muta nel tempo: i costumi della tradizione.
– racconta Testino – si perde qualcosa di veramente prezioso.”
Con appresso il suo studio portatile è riuscito infatti a far emergere nelle pose dei suoi personaggi, siano essi lottatori dell’Uzbekistan o donne Turkane dell’Africa, quanto l’abbigliamento tradizionale sia capace di rivelare l’attaccamento intimo o nascosto, quasi inconsapevole, ai segni caratteristici delle origini.
In questo suo viaggio/analisi Testino scorpora e isola l’identità dei suoi soggetti facendoli uscire dal loro ambiente, collocandoli nel suo studio portatile da cui prorompe comunque la loro appartenenza comunitaria attraverso gli abiti che indossano, quelli della loro storia.
Sul palcoscenico del mondo di Testino non sfila il nuovo ma quello che abbiamo dimenticato: cosa eravamo.
“A beautiful world” più che un progetto lo si potrebbe definire una sfida. Un fotografo famoso che utilizza la sua arte e la sua sensibilità per scoprire attraverso viaggi ed introspezioni la natura intima di popoli diversi. Scoprirne le tradizioni nascoste, le attitudini riservate, attraverso la fotografia che nel suo caso diventa un vero e proprio strumento di comprensione. Insomma, Testino scavalca il confine del suo mestiere ed utilizza elementi etnografici, per farci comprendere attraverso la lettura dei costumi tradizionali ciò che accomuna e differenzia i diversi popoli. Testino quasi un antropologo dell’estetica.