Guglielmo (Carlo Verdone) è il proprietario di un negozio di articoli religiosi che coltiva stretti rapporti con il Vaticano; da 25 anni è sposato con Lidia (Lucrezia Lante della Rovere), che però, proprio il giorno del loro anniversario, decide di mollarlo per un’altra donna. La placida vita di Guglielmo viene così tutto d’un colpo stravolta e, come se non bastasse, nel suo negozio si presenta una travolgente e sfrontata ragazza di borgata, Luna (Ilenia Pastorelli), che riesce, quasi con la forza, a farsi assumere. Luna aiuta a modo suo Guglielmo a riaprirsi alla vita, iscrivendolo alla app di incontri “Lovit” e immergendolo in un mondo a lui fino ad allora sconosciuto. Tra incontri tragicomici e colpi di scena, la vita riserva ad entrambi una seconda chance.
“Carlo Verdone e le donne”, è questo il titolo forse più efficace per descrivere questo Benedetta Follia, un’esplorazione del mondo femminile di oggi attraverso lo specchio di un personaggio maschile fragile e in preda alle nevrosi.
Servendosi di attrici straordinarie e perfettamente in parte, Verdone realizza una commedia divertentissima e pimpante, che, pur se inficiata da una sceneggiatura non innovativa e calibrata (firmata con Nicola Guaglianone e Menotti), riesce a conquistare con la sua pacata e positiva leggerezza.
Le donne di Benedetta Follia, rispetto ai personaggi femminili del passato verdoniano, sono più solari, vitali, divertenti, pur se non esenti dalla solitudine e dalle consuete irresistibili nevrosi. Su tutte, non si può non adorare Ilenia Pastorelli, assolutamente perfetta per il ruolo, grazie alla sua anima popolare e spontanea, che fa scintille con la serietà imbolsita del personaggio di Verdone. E’ lei che assicura i momenti di maggiore comicità, travolgendo lo schermo con i suoi modi naif e la sua straripante energia. Ma ottime anche Maria Pia Calzone, nel ruolo della dolce Ornella, Lucrezia Lante Della Rovere, nei panni di una donna di mezz’età in crisi identitaria, e la spassosissima Elisa Di Eusanio nel ruolo dell’incontrollabile veneta Letizia.
Se poco convincenti sono le scene oniriche, tra cui una di ballo coreografata da Luca Tommassini, ed eccessivi risultano alcuni snodi narrativi (che però è meglio non svelare), Benedetta Follia si fa apprezzare per lo sguardo pieno d’amore sui personaggi e sulla città che li abbraccia, una Roma bellissima e luminosa, fotografata da Arnaldo Catinari. E il finale di notte sulle note di Bruno Martino è uno dei più belli girati da Verdone negli ultimi anni.
Alberto Leali