Quinto film di Paola Cortellesi diretta dal marito Riccardo Milani e secondo in coppia con Antonio Albanese dopo il poco memorabile Mamma o Papà?, Come un gatto in tangenziale è forse la vera sorpresa di questo Natale: una commedia che, una volta tanto, fa davvero ridere.
Se la sceneggiatura è usuale, tra conflitti di classe, contaminazione centro/periferia, incontro/scontro tra due personaggi agli antipodi per carattere e ceto sociale, è merito dell’affiatamento fra i due protagonisti se Come un gatto in tangenziale risulta così riuscito.
Giovanni (Antonio Albanese), intellettuale benestante che lavora in un think tank e impegnato nella riqualificazione delle periferie, si trova costretto ad avere a che fare con Monica, la sguaiata madre borgatara (di Bastogi, precisamente) del ragazzino di sua figlia, una Paola Cortellesi al massimo della forma. Entrambi preoccupati per il destino dei propri pargoli, i buffi genitori cercheranno (con non poca difficoltà) di comunicare, con esiti assolutamente esilaranti.
Oltre ai due grandiosi protagonisti, i comprimari sono l’altro punto di forza della pellicola: indimenticabili, ad esempio, le zie gemelle di Monica, cleptomani e fanatiche di “Storie maledette”, o ancora il meccanico sospettoso di Giovanni, o la sua ex moglie fasulla e radical chic, dedita alla raccolta della lavanda provenzale ma estranea alla “vita reale” (una sempre bravissima Sonia Bergamasco).
Come un gatto in tangenziale è una commedia leggera, briosa, scoppiettante, portata avanti da due veterani della risata, capaci di scolpire dei personaggi sinceramente umani e quotidiani. Ma anche un film che vuole far riflettere, col sorriso, su un tema molto importante come quello dell’integrazione, sopratutto in un momento storico delicato come questo che stiamo vivendo.
Una chicca: guest della pellicola, nel ruolo di se stessa, un’imperdibile Franca Leosini.
Roberto Puntato