Aurore ha 50 anni, i primi sintomi della menopausa e due figlie, di cui una incinta. La donna, inoltre, è separata dal marito ed è stata da poco licenziata dal suo lavoro di cameriera. L’incontro con un amore di gioventù la spinge a voler cominciare una nuova vita e a non arrendersi al passare del tempo. Ma non tutto fila liscio.
50 primavere è un film tutto al femminile che riflette su uno dei momenti cruciali della vita di una donna: quello che la medicina riassume col temibile termine “menopausa”, e che spesso coincide, da un lato, col sentire il peso dello scorrere inesorabile del tempo, dall’altro, col bisogno di una vera e propria rinascita.
La commedia della regista Blandine Lenoir dimostra di conoscere bene le donne e di trattare con la sensibilità e l’ironia giuste una tematica di grande complessità. Ma il film non sarebbe lo stesso senza un’attrice capace di incarnare in modo encomiabile ossessioni, debolezze e desideri di una tipica donna di mezz’età.
Agnès Jaoui , che con l’ex marito Jean-Pierre Bacri ha scritto e diretto quattro capisaldi della moderna commedia francese (si ricordi Il gusto degli altri), è straordinaria nel ruolo di una donna che non si rassegna alla nostalgia e al tempo che passa, intenzionata a rimettersi in gioco un’altra volta, dopo aver superato gli ostacoli del passato.
Onnipresente sullo schermo e dotata di una notevole carica empatica, la Jaoui tocca ogni sfumatura emotiva del suo personaggio, rendendolo incredibilmente vivo. E se certi snodi narrativi risultano un po’ facili e prevedibili, è merito dell’attrice rendere il film così coinvolgente e accattivante.
50 primavere è, in sintesi, un’opera garbata e di brillante leggerezza, che ha il merito di regalarci un bellissimo ruolo di donna, che abbraccia l’universo femminile in tutta la sua complessità.
Roberto Puntato