La divertente opera prima racconta la maternità surrogata e il mondo delle donne di oggi. Nel cast, Claudia Gerini, Lillo Petrolo e Giorgio Pasotti
Nove lune e mezza, opera prima di Michela Andreozzi, mette a confronto due donne di oggi e due modi opposti di vivere la vita. Livia (Claudia Gerini) e Tina (Michela Andreozzi) sono due sorelle sulla quarantina, diversissime, ma profondamente unite. La prima è attraente, sicura di sé, realizzata nel suo lavoro di musicista e priva di senso materno; la seconda fa il vigile urbano, è introversa e desidera più di ogni altra cosa avere un figlio, ma purtroppo non ci riesce. E’ l’amore verso la sorella, che spinge Livia, consigliata dall’amico ginecologo Nicola (Stefano Fresi), a realizzare il desiderio di maternità di Tina, offrendosi di portare avanti una gravidanza al suo posto.
“E’ un film sulle donne e per le donne – afferma Michela Andreozzi alla conferenza stampa romana del film – Racconta il mondo femminile di oggi, variegato e dalle diverse esigenze. Oggi la donna può realizzarsi anche senza la maternità, come avviene per Livia; ma ci sono altre donne che soffrono perché non riescono a diventare madri, sentendosi incomplete, come Tina“.
Accanto alle protagoniste, ci sono i loro compagni, Fabio e Gianni, interpretati rispettivamente da Giorgio Pasotti e Lillo Petrolo, anch’essi agli antipodi. Fabio è un osteopata sensibile e disponibile, che ha imparato a stare accanto a una donna forte come Livia; Gianni è il classico uomo medio, egoista e ingenuamente razzista, poco comprensivo verso i bisogni della sua compagna.
“Il mio personaggio è all’inizio molto più aperto rispetto gli altri – afferma Giorgio Pasotti – Sembra equilibrato e con delle certezze. Poi, però, scappa quando gli equilibri di coppia iniziano a scricchiolare e inizia a sentirsi sempre più inadeguato alla situazione, facendo emergere i problemi del suo rapporto con Livia. Ha messo sempre da parte il suo egoismo per stare accanto a una donna forte ma ad un certo punto dirà: “Ora ci sono anche io!”
“E’ un film in cui le donne hanno caratteri forti e in cui sono loro a prendere le decisioni – afferma Lillo – Gli uomini devono per forza di cose adeguarsi. Per il mio personaggio, inoltre, che è piuttosto basico, anche ignorante se vogliamo, non è affatto facile. La sua unica certezza è il fantacalcio. E’ un uomo terribilmente ordinario che si trova a dover affrontare una situazione straordinaria. Ma spesso, proprio quando un uomo comune ha a che fare con eventi straordinari, realizza delle buone cose”.
Altra coppia presente in Nove lune e mezza è quella composta da Vanni (Alessandro Tiberi), fratello di Livia e Tina, e sua moglie Costanza (Claudia Potenza). Una coppia di neocatecumenali, con numerosi figli.
“Michela tratta scherzosamente il tema religioso – afferma Claudia Potenza – Anzi, in realtà nel film non si vuole parlare di religione nella maniera più assoluta. I nostri sono personaggi bizzarri, che hanno fatto una scelta, e su quella scelta abbiamo cercato di costruire, momento dopo momento, i nostri ruoli“.
“In effetti, esistono persone come Vanni e Costanza – afferma Alessandro Tiberi – Ma questa antipaticissima coppia serve più come contrapposizione alle altre del film. Loro sono adorabilmente antipatici, due così non li si vorrebbe nemmeno ad una cena (ride)“.
Infine, un ruolo fondamentale riveste la coppia omogenitoriale composta dal ginecologo Nicola (Stefano Fresi) e dal suo compagno Manfredi (Massimiliano Vado), che riflette un po’ le stesse dinamiche di quelle eterosessuali, fra incomprensioni, litigi, e tanto, tanto amore.
Nove lune e mezza è una commedia leggera e divertente, attualissima e affatto banale: offrendo, infatti, molteplici punti di vista e spunti di riflessione, il film delinea uno spaccato variopinto della società italiana contemporanea. Ma è anche un inno all’amore e alla libertà di amare e di vivere come si vuole, senza preconcetti e senza ipocrisie. Tanti gli sketch comici irresistibili; vivacissimo il ritmo narrativo e ottimi gli interpreti.
Roberto Puntato