Sulla scia del successo dei genitori, la coppia d’oro di Holllywood Charles Shyer e Nancy Meyers che ha fatto la gioia degli appassionati di commedie sentimentali, Hallie Meyers-Shyer sceneggia e dirige 40 sono i nuovi 20, traduzione infame (il titolo originale è Home again) per un film non banale e aperto a diverse riflessioni.
Hallie Meyers-Shyer imbastisce, infatti, una commedia sentimentale e famigliare che ruota attorno al personaggio della neo 40enne Alice, divorziata, con due figlie, in cerca di un lavoro, ma pronta a ricominciare, pur tra diverse incertezze, una nuova vita.
Certo, ricominciare non è facile e richiede molto coraggio, specie a 40 anni. Lo dimostra la prima scena del film, con Alice che piange dinanzi allo specchio del bagno la mattina del suo compleanno, per poi tornare a sorridere e a chiacchierare con le sue bambine mentre le accompagna nella loro nuova scuola di Los Angeles. Alice è insicura e vulnerabile, ma sta cercando di ritrovarsi, soprattutto dopo il recente fallimento del suo matrimonio. Ancora non sa dove realmente dirigersi, ma di una cosa è consapevole: dover vivere una vita migliore di quella che ha finora vissuto, perché, in fondo, lei merita di più. Il suo percorso nel film è volto, quindi, al cambiamento e a comprendere che cosa sia realmente meglio per la sua vita. La aiuterà, in tal senso, l’incontro fortuito con tre giovani studenti di cinema, Harry, Teddy e George, che diventeranno, un po’ per caso, la sua nuova improvvisata famiglia. Attorno alla donna si crea, infatti, un groviglio di relazioni e sentimenti che farà prendere coscienza a tutti delle rispettive fragilità e dei rispettivi bisogni. La casa d’infanzia di Alice, un’enorme villa di famiglia che conserva ancora intatta la memoria del padre, celebre e apprezzato regista alla Cassavetes, diviene, così, il luogo adatto per la creazione di un’insolita famiglia allargata, i cui componenti uniscono le rispettive forze per farsi del bene.
40 sono i nuovi 20 è un film garbato, gioioso, positivo, che rispecchia pienamente, per tematiche ed estetica, il prototipo della commedia romantica alla Shyer/Meyers. Pur non brillando per un umorismo irresistibile e pur risentendo di alcuni momenti narrativi poco riusciti, 40 sono i nuovi 20 riesce, nella sua struttura da commedia “classica”, a non scivolare nel moralismo che soggiace di solito alle commedie sugli amori tardivi, fornendo piuttosto il gradevole ritratto di una vita familiare “alternativa”, con dinamiche sentimentali per nulla scontate (si veda l’insolita complicità che si crea tra Alice e George).
Reese Witherspoon, reduce dal successo di Little Big Lies, è perfetta nel ruolo della protagonista e, nonostante un doppiaggio poco riuscito, è difficile immaginarsi un’altra attrice al suo posto; buone anche le prove del resto del cast, che comprende perfino l’iconica Candice Bergen. Intrattenimento leggero, smaccatamente americano, che ti fa sentire a casa.
Alberto Leali