Don Giuseppe (Mimmo Borrelli), parroco a Roma, chiede di essere trasferito nella sua terra d’origine, la Campania. La sua richiesta viene accolta, così il sacerdote prende il posto di Don Antonio (Roberto Del Gaudio), che sovrintende la parrocchia di un paesino del napoletano. Appena arrivato, Don Giuseppe si scontra con la dura realtà del luogo e con i poteri che lo dominano. Deciso, però, a seguire il proprio percorso spirituale, il parroco fa di tutto per aiutare i membri della comunità, nonostante le intimidazioni della malavita locale.
Vincenzo Marra, al quarto lungometraggio di finzione, racconta con asciuttezza e nitore una vicenda spinosa, che pone l’accento sul ruolo e sulla responsabilità della Chiesa nel rapporto con la malavita organizzata. Lo fa dipingendo una figura di sacerdote coraggiosa, monolitica, pragmatica, che non ha paura di andare incontro al pericolo e di assumersi le responsabilità delle sue azioni. Una figura cristologica nel suo doloroso percorso teso alla salvezza dell’umanità, in un luogo abbandonato a se stesso, in cui non esistono né Stato né possibilità di cambiamento.
Zerkalo spettacolo ha incontrato il regista in occasione della presentazione del film a Roma.
“Ho esplorato le periferie di Napoli – racconta Marra – e ho conosciuto tante persone che vivono in uno stato molto simile a quello raccontato nel film. Mentre giravamo, abbiamo visto tante scene terribili che fanno male al cuore, e che molto spesso riguardano i bambini. La situazione di quei luoghi, dominati dalla miseria e dalla disperazione, in cui non esiste l’idea del futuro, ma solo del presente, è una ferita aperta, specie per chi, come me, ci è nato. E’ vero, però, che nei miei film la speranza c’è sempre: può esserci in un abbraccio, in un sorriso, in una frase, in una scena”.
L’equilibrio è stato presentato alla 74ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nella sezione delle Giornate degli Autori. “A Venezia, ho incontrato i ragazzi che formavano la giuria del Leoncino d’oro – continua Marra – e ho chiesto loro: “Quanti di voi pensano che per avere un futuro bisogna andar via dall’Italia?”. Tutti hanno alzato la mano. Nel mio film “Vento di Terra” racconto di un ragazzo della periferia di Napoli che non vuole fare il malavitoso e che deve lottare strenuamente per conservare la dignità sua e della sua famiglia, all’interno di un quartiere che è un mondo a parte, con le sue leggi e i suoi codici”.
L’equilibrio ha un budget bassissimo, ma temi di enorme urgenza e attualità. “Per motivi ideologici non cederei mai a compromessi – afferma il regista – quindi il budget è ovviamente bassissimo. Ci metto sempre la mia faccia e tutto il mio entusiasmo. Abbiamo girato con molti attori non professionisti e, diversamente da quello che di solito accade, le riprese sono avvenute in quei luoghi difficili sempre alla luce del sole”.
In riferimento al suo coraggioso protagonista Don Giuseppe, Marra racconta: “Ho sempre voluto fare un film su Cristo, ma con un personaggio terreno, che ne rappresentasse il cammino, tramite allegorie e metafore. Ho anche uno zio prete. “L’equilibrio” l’ho scritto di getto, di pancia, in soli 13 giorni. Ho lavorato molto sull’idea della paura, perché penso che in Italia siamo attanagliati dalla paura. Si ha paura del futuro, delle relazioni, della felicità, di esprimere le proprie opinioni… Chi è nato in zone dell’Italia più complicate, sa bene che l’omertà si può combattere solo con l’eroismo. Ecco perché Don Giuseppe è un personaggio così monolitico e coraggioso, un eroe che non ha paura e che non può chiudere gli occhi. La sua spiritualità è pura; è semmai l’idea del culto ad essere messa in discussione. Don Giuseppe e Don Antonio, inoltre, sono stati concepiti come due diverse visioni della Chiesa, un po’ come fossero due Papi vivi”.
L’equilibrio sarà in sala dal 21 settembre distribuito da Warner Bros. Pictures Italia
Alberto Leali