Pianista, direttore d’orchestra, compositore di musica per il cinema e il teatro, il Premio Oscar Nicola Piovani ha accompagnato le scene di alcuni dei film più memorabili degli ultimi quattro decenni.
Nell’ambito della serata conclusiva di ARTCITY ESTATE 2017, Piovani si esibisce nel testo autobiografico “La musica è pericolosa”, che parte e si sviluppa da una frase pronunciata da Federico Fellini, per descrivere il suo affascinato turbamento dinanzi alla potenza della musica.
Lo spettacolo è un vero e proprio racconto musicale sulla bellezza e sui rischi di una passione che non conosce limiti, attraverso otto strumenti in scena (piano, contrabbasso, percussioni, sax, clarinetto, chitarra, violoncello, fisarmonica) e sei artisti a suonarli, che scandiscono le tappe di un viaggio libero, lungo, tortuoso, che rappresenta il percorso artistico del nostro autore.
Piovani assume, infatti, il ruolo di cantastorie, coinvolgendoci in una narrazione semplice ed efficace, che attinge dal patrimonio classico e biblico (Orfeo, le Sirene, Ulisse, le Muse, Salomé, San Giovanni Battista) e dalle scatole dei suoi ricordi infantili e adolescenziali (le campane del convento delle suore di Ivrea, per esempio), fondamentali per molte delle tappe della sua carriera artistica.
Da Fabrizio De Andrè, con cui negli anni ’70 compose a quattro mani gli album Non al denaro, non all’amore, né al cielo e Storia di un impiegato, al cinema italiano (Benigni, Monicelli, Fellini, Costanzo…), dal cinema internazionale (Bigas Luna, María Luisa Bemberg…) al teatro (Vincenzo Cerami) e alla tv.
Omaggi a Chopin e Debussy, brani teatralmente inediti e altri più noti, ma riarrangiati per l’eccezione, ci conducono in un vortice di emozioni che ci avvolge e ci delizia.
A far da padrone, il potere ammaliante e universale della musica che arriva a toccare le corde emotive più profonde, in un viaggio affettuoso di suggestioni, aneddoti e ricordi, accompagnato da video di scena di film, spettacoli, foto, immagini che grandi artisti come Luzzati o Manara hanno dedicato al talento di Piovani.
Il suo è un linguaggio radicato nella realtà e nella tradizione nazionale, illuminato, però, da una sensibilità e un’originalità del tutto personali, ma anche da ironia, poesia, commozione, candore.
Sobrietà, discrezione, puntualità del racconto, richiami alle tradizioni del passato e ai repertori etnici si mescolano a una costante varietà che si sposa con una forte coerenza stilistica.
Uno spettacolo caleidoscopico, elegantemente orchestrato ed assolutamente immersivo, con al centro un artista che ha attraversato molti generi, rimanendo, però, sempre fedele alla propria estetica e manifestando una dedizione e un rispetto profondi al suo mestiere.
Di grande intensità i momenti del dittico Partenope/La danza dei sette veli, ma anche il racconto della collaborazione con Benigni e Cerami e l’accompagnamento della voce di Marcello Mastroianni che canta “Caminito”.
Una conclusione perfetta per la rassegna di eventi e iniziative che si è svolta nei musei e nei luoghi di cultura del Polo Museale del Lazio e che anche quest’estate si è distinta per la qualità dei suoi appuntamenti dedicati ad arte, architettura, letteratura, musica, teatro, danza e audiovisivo.
Alberto Leali