Vincitore di 2 premi Ubu, andrà in scena dal 18 al 23 febbraio 2025. Regia di Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni
La solitudine come condizione esistenziale, sociale e politica: Il Ministero della Solitudine, lo spettacolo firmato dalla compagnia lacasadargilla, torna in scena a Roma dal 18 al 23 febbraio 2025, con una riflessione profonda e sfaccettata sulla solitudine dell’individuo nel mondo contemporaneo. Vincitore dei premi Ubu 2023 per la miglior regia e per il miglior attore (Francesco Villano), questo lavoro esplora il tema della solitudine non solo come un fatto interiore ma come una realtà che può essere istituzionalizzata, riconosciuta e persino “gestita”.
Con la drammaturgia originale curata da tutto l’ensemble e la regia di Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni, Il Ministero della Solitudine trae spunto da un evento di cronaca internazionale: nel gennaio 2018, il governo britannico istituì il primo Ministero della Solitudine al mondo, destinato a fronteggiare le problematiche sociali ed emotive legate all’isolamento. Partendo da questa notizia, il lavoro si sviluppa in un gioco di rimandi tra realtà e fantasia, costruendo un universo immaginifico che riflette le difficoltà del nostro tempo nel riconoscere, e affrontare, la solitudine come un fenomeno universale.
Sul palco, cinque storie si intrecciano: cinque solitudini diverse, ognuna con un proprio angolo di riflessione. Alma, interpretata da Giulia Mazzarino, è una giovane che vive in un mondo di sogni e paure, incapace di affrontare la materia che le esplode intorno. F. (Francesco Villano), il cui nome completo non verrà mai rivelato, è un uomo che cerca di fuggire dalla solitudine tramite la sua ossessione per l’estinzione e la speranza di costruire un alveare con il supporto del Ministero. Primo (Emiliano Masala), solitario e silenzioso, vive con una Real Doll, immerso nel suo lavoro come “moderatore” dei social network, pulendo la rete da contenuti non desiderati. Simone (Tania Garribba) lavora nel Ministero della Solitudine, incarnando la burocrazia che regola le vite solitarie, organizzando e riscrivendo le storie degli altri. Infine, Teresa (Caterina Carpio), una scrittrice borghese incompresa e tragicamente comica, cerca di uscire dalla solitudine attraverso un romanzo che mai troverà un lettore.
La drammaturgia del movimento, curata da Marta Ciappina, si mescola con la narrazione, creando momenti che oscillano tra la danza e il teatro, mentre le scenografie e i paesaggi sonori di Alessandro Ferroni arricchiscono l’atmosfera, restituendo un mondo sospeso, in bilico tra il quotidiano e l’assurdo. Le luci di Luigi Biondi e i costumi di Anna Missaglia contribuiscono a definire un ambiente in cui l’irrazionale e il tragico si fondono in una commedia della solitudine.
Il Ministero della Solitudine non è solo una riflessione sulla condizione dell’individuo, ma un invito a guardare la solitudine sotto una nuova luce: un “ministero” che, tra ironia e angoscia, solleva interrogativi sul desiderio, sull’affollamento degli assenti e sull’incapacità di comunicare, temi tanto universali quanto contemporanei. La solitudine è raccontata come una dimensione che, purtroppo, è parte integrante della nostra società, ma allo stesso tempo viene dipinta con una “allegrezza insidiosa”, quella che si nasconde dietro il sorriso della quotidianità e le storie che non trovano mai un compimento.
La performance de Il Ministero della Solitudine è dunque una riflessione sul nostro tempo, sulle esperienze non raccontate e sui vuoti che popolano le nostre esistenze. In scena, cinque attori esplorano la solitudine in un linguaggio che mescola il comico e il tragico, facendo emergere le contraddizioni di un mondo dove, a volte, siamo soli anche quando siamo circondati da altre persone.
Con la collaborazione di importanti istituzioni teatrali come Emilia Romagna Teatro ERT, Teatro Nazionale, Teatro di Roma e Teatro Metastasio di Prato, questo spettacolo si preannuncia come un’opera di grande impatto emotivo e riflessivo. Un’opportunità unica per esplorare, attraverso il linguaggio del teatro, i complessi temi della solitudine, dell’isolamento e del desiderio in un’epoca sempre più caratterizzata dalla frenesia delle nostre vite moderne.
Roberto Puntato