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Basato su una storia vera, il film di Oliver Parker racconta la vicenda dell’ottantanovenne Bernie Jordan (Michael Caine), ex soldato della Marina britannica, che in occasione del 70° anniversario dello sbarco in Normandia, si allontana senza avvisare dalla casa di riposo in cui vive insieme alla moglie Irene (Glenda Jackson) per raggiungere la famosa cittadina francese e unirsi agli altri vegliardi reduci. La notizia di questo allontanamento giunge ai media divenendo un vero e proprio caso. Durante il viaggio Bernie farà amicizia con un ex combattente della Royal Air Force, anche lui reduce dello Sbarco, ed entrambi si confronteranno con i fantasmi del loro passato militare.
Commovente, ma senza mai premere l’acceleratore sul patetismo, Fuga in Normandia è un senior movie pacato e dignitoso, come solo gli inglesi sanno fare.
Ma soprattutto, è retto da due mostri sacri della recitazione, Michael Caine e Glenda Jackson, che ci regalano, al solito, due straordinarie interpretazioni.
Racconto sentimentale, rassicurante ed efficace, Fuga in Normandia riesce a tenersi lontano da inutili sentimentalismi, pur essendo un film struggente che parla del ricordo, del senso di colpa, delle ferite lasciate dalla guerre, della necessità di onorare la memoria, del tempo che passa e soprattutto dell’amore fra due anziani ancora pronti a mettersi in gioco, nonostante gli acciacchi.
Interpretati meravigliosamente da Glenda Jackson, al suo ultimo ruolo prima della morte, e da Michael Caine, ritiratosi dalle scene proprio con questo lungometraggio, Bernie e Irene sono due personaggi bellissimi e riusciti, a cui è impossibile non affezionarsi sin dalle prime scene. E tutto il loro mondo è scritto in quei volti così espressivi, vividi, conciliati con l’idea del tempo che passa.
Un dramedy non certo rivoluzionario ed esente da retorica, ma di una leggerezza ed un’eleganza ammirevoli, anche se non rare nella cinematografia britannica.
Ilaria Berlingeri