Al cinema dal 27 giugno con BIM Distribuzione
Gary Johnson (Glen Powell) è un timido professore di filosofia di New Orleans, che per arrotondare lavora part-time come consulente informatico per il dipartimento di polizia cittadino. Un giorno, a causa di una serie di coincidenze, la polizia si trova costretta a chiedergli di impersonare un sicario per far arrestare in anticipo coloro che vorrebbero commissionare un omicidio. Gary si dimostra straordinariamente credibile nei panni del killer professionista tanto da arrivare a impersonarne tanti con grande versatilità, divenendo più sicuro di sé anche nella vita di tutti i giorni. La sua maschera più riuscita si rivela lo spavaldo e affascinante Ron, che, però, un giorno viene contattato da Maddy (Adria Arjona), una donna che vuole sbarazzarsi del marito. L’uomo se ne innamora e cerca di dissuaderla dalla sua decisione.
Un Richard Linklater in stato di grazia torna con Hit Man, scritto e prodotto insieme al protagonista Glen Powell: una spassosissima e acutissima black comedy piena di colpi di scena.
Linklater riflette sui concetti di identità, immaginazione, desiderio, performance, ma anche sulla incredibile ambiguità delle pulsioni umane e sulla fragilità della proprie sicurezze psico-caratteriali.
Lo fa attraverso il racconto di un uomo che capisce di poter essere altro da sé, a partire dal momento in cui esce dalla sua comfort zone e assume una nuova veste, anzi più nuove vesti, agli occhi degli altri. Qual è, quindi, il confine tra realtà e finzione? Come distinguere la maschera dal volto?
Hit man è un film di esistenze che si scambiano, di personalità che mutano, di personaggi stretti nello stereotipo che vivono però una realtà verosimile di natura biografica.
A quest’ultimo proposito il film ragiona sulla figura del sicario, che il più delle volte ha una mera funzione cinematografica e scarse convergenze con la realtà. Linklater e Powell smontano e scandagliano l’iconografia plasmata dal grande schermo, quella che vuole il sicario spietato e glaciale, rinconfigurandolo, invece, in un personaggio travolto dalle infinite, e a dir poco sorprendenti, possibilità della sua personalità.
Linklater, inoltre, mescola con sorprendente abilità commedia, noir, action, sentimento, malinconia e riflessione. Il suo non è un mero gioco intellettuale, ma un’opera scritta magistralmente, sia nei dialoghi che nella costruzione drammaturgia.
In Hit man troviamo tutti i punti di forza del suo cinema: la commedia scanzonata, intrisa di umorismo mai superficiale, l’arguzia, l’ingegno e la lettura attenta della realtà circostante
Glen Powel è straordinario, e soprattutto credibilissimo, nel trasformarsi da secchione insicuro a sex symbol e killer di professione. Ci regala, così, la sua migliore, anzi le sue migliori, interpretazioni di sempre, grazie a un ruolo scritto divinamente.
Ad accompagnarlo, ci sono l’ammaliante e pimpante Adria Arjona, l’irresistibile stand-up comedian Retta e Austin Amelio nel ruolo di un esilarante poliziotto fuori di testa.
Hit man è un nuovo brillante tassello che si aggiunge alla complessa ed eterogenea filmografia del cineasta texano.
Paola Canali