Al cinema dal 28 marzo con Warner Bros. Pictures
Mentre Kong abita le profondità della Terra Cava e cerca altri della sua specie, Godzilla, fedele alleato dell’umanità, nuota nei mari di superficie, tenendo a bada gli altri titani in giro per il mondo. Strane scosse dalle viscere della Terra Cava, però, turbano Kong e l’unica sopravvissuta di Skull Island, la giovane Jia (Kaylee Hottle), adottata dalla scienziata Ilene Andrews (Rebecca Hall) della Monarch, la multinazionale scientifica che tiene d’occhio i bestioni. La dottoressa organizza, così, una spedizione nella Terra Cava per vederci chiaro, accompagnata dal vecchio filarino Trapper (Dan Stevens) e dal blogger complottista Bernie Hayes (Brian Tyree Henry). Per evitare che la superficie e le profondità del pianeta entrino in collisione, Godzilla e Kong dovranno sotterrare l’ascia di guerra e allearsi contro una nuova terribile minaccia.
Quinto capitolo del MonsterVerse targato Legendary Pictures e Warner Bros., il film diretto da Adam Wingard, come il precedente Godzilla vs. Kong, è un giocattolone per famiglie che mescola avventura, fantasy, azione e catastrofismo.
Un prodotto fracassone, ritmato ed innocuo, che ripropone, nel bene e nel male, formula e stilemi dei capitoli precedenti.
Se la cosa migliore sono gli ultimi 20 minuti, caratterizzati da un’esplosione mozzafiato di combattimenti e distruzione, ma anche di riesumazioni leggendarie (da Skar King a Shimo, fino a Mothra, la regina dei mostri), i punti deboli sono la sceneggiatura didascalica, pretestuosa e ripetitiva e l’irrilevanza dei personaggi umani, completamente schiacciati dai titani.
CGI e live action non convivono sempre in maniera armonica, ma quello che conta è lo spettacolo: senza pretese e fine a se stesso, ma indubbiamente efficace.
Perché Wingard si conferma abile nel mettere in scena un’azione fluida, ben articolata e ricca di elementi in campo, regalandoci sequenze parecchio gustose.
Poco importa se tutto il resto è illogico e raffazzonato; se stiamo al gioco e amiamo Kong e Godzilla, questo film diverte, e non poco.
Maria Grande