Al cinema dal 21 marzo con Universal Pictures
La DreamWorks Animation rispolvera uno dei suoi maggiori successi, dimostrando che, malgrado gli anni, tutto funziona ancora.
In Kung Fu Panda 4 torna l’amato Po, eroe della Valle della Pace, per cui è arrivato il momento di scegliere un successore come Guerriero Dragone, nonostante lui ami ancora molto la sua mansione.
L’arresto della volpe Zhen, ladra per necessità, gli dà, però, l’occasione di rimandare il passaggio del testimone. Zhen è, infatti, la sola che sa come raggiungere la temibile Camaleonte, una strega che sta per impadronirsi del mondo.
Per la prima volta nella saga, la regia è firmata da Mike Mitchell e dell’esordiente Stephanie Stine e non punta tanto su soluzioni visive innovative, quanto piuttosto sul seguire le orme dei capitoli precedenti, di modo che gli spettatori possano subito sentirsi a casa.
Ciò che più delizia in Kung Fu Panda 4 è, però, il tema del passaggio del testimone, come metafora dell’età che avanza e del pensionamento alle porte, due momenti della vita che non sempre vengono presi nel migliore dei modi.
Il personaggio di Po, in tal senso, è ben caratterizzato, poiché non ancora pronto a mettere da parte la lotta per insegnare al prossimo Guerriero Dragone la saggezza e il rispetto per la vita.
Il nostro beniamino, a cui dà voce l’immancabile Fabio Volo nella versione italiana, conquista ancora una volta per bontà d’animo, gioia di vivere, leggerezza e ingenuità. Qui, però, dovrà imparare ad accettare il cambiamento e il tempo che passa, in una fase delicata ma inevitabile per tutti noi. Ecco perché questa quarta avventura potrebbe essere anche l’ultima con lui come protagonista.
La gustosa ironia, il ritmo indiavolato e le belle sequenze di azione e di combattimenti permettono, inoltre, anche a questo 4º capitolo, di portare a casa il risultato.
Kung Fu Panda 4 non ha certo il potere di rinvigorire un franchise che, in fondo, resta sempre lo stesso, ma va bene così, perché ancora capace di divertire e parlare efficacemente a grandi e piccini.
Maria Grande