Dal 16 al 18 marzo, nella vecchia filanda Fiere di Santa Lucia di Piave (TV)
Manca un mese esatto alla prima edizione di Cibovagare, l’evento dei prodotti artigianali sostenibili che si terrà dal 16 al 18 marzo 2024 in una vecchia filanda, genius locidell’artigianalità, trasformata nel polo fieristico Fiere di Santa Lucia di Piave (TV). Una kermesse che si svilupperà su tre giornate, con un calendario ricco di esperienze, talk e degustazioni per immergersi in una selezione dei migliori produttori italiani che hanno fatto dell’artigianalità e della sostenibilità, nel variegato mondo del food and drink, il loro credo.
“Ne abbiamo conosciuti tanti, cibovagando per l’Italia nei nostri tour gastronomici” commentano Francesca Palenzona, Amministratore Delegato di Idea Plus, la società organizzatrice, e Cristina Rombolà, coordinatrice del portale Cibovagare®. “Ed è per rendere accessibile a tutti queste meraviglie, anche a chi non ha sempre la possibilità di viaggiare alla scoperta del più autentico Made in Italy, che abbiamo pensato di raccogliere in un unico momentum una selezione delle eccellenze e delle storie dei loro artefici. L’intento è quello di dare spazio a tante storie, piccole e anche piccolissime, di sostenibilità illuminata. Santa Lucia di Piave, importante crocevia del Triveneto, territorio dinamico, vivace e molto curioso sulle novità del settore, ci è parso il luogo giusto dove dare avvio a questa prima edizione”.
Nobile l’obiettivo degli organizzatori: annullare le distanze tra chi produce, chi distribuisce e chi consuma, creando un incontro dal vivo fatto di assaggio, di ascolto di storie appassionanti e di cultura del mangiare e del cucinare bene e di qualità.
La manifestazione sarà arricchita da talk, che si susseguiranno nelle tre giornate e dalla visita agli espositori, attivi in tutta la filiera e provenienti da tante regioni italiane: dalle farine venete di Molino Rachello, main partner dell’evento e oggi alla sesta generazione, nate in un parco naturale sulle sponde del fiume Sile, 100% biologiche, italiane e tracciabili con il progetto Oasi, che coinvolge oltre 30 aziende nazionali; ai prosciutti di Langhirano dei Fratelli Pelizziari, azienda a conduzione familiare, nata nel 1974 dal sogno di zio Enio di produrre prosciutto di ottima qualità; a Gelmini, azienda agricola della Val di Gresta, con la sua filiera di ortaggi coltivati in biologico, raccolti a mano e poi trasformati artigianalmente, con lo scopo di preservare la biodiversità del territorio e investire sulla sostenibilità economica e ambientale; all’abruzzese Scuppoz con i suoi liquori artigianali, il cui nome deriva dal dialetto teramano ed evoca lo schioppare dei bicchieri per il brindisi, solo per citarne alcuni.
Un’area food consentirà di prolungare la permanenza nella fiera: oltre agli assaggi e agli acquisti nel mercato degli artigiani del gusto, ci sarà la possibilità di mangiare in loco piatti e street food somministrati da alcuni espositori e ristoratori.