Al cinema dal 1° gennaio con Lucky Red
Nel Giappone martoriato dai bombardamenti durante il secondo conflitto mondiale, il giovane Mahito perde tragicamente sua madre. Il padre, un influente ingegnere aeronautico, un anno dopo l’accaduto si risposa con la sorella della defunta moglie, Natsuko, che sta per dargli un altro figlio. La famiglia lascia la città per trasferirsi nella villa in campagna di Natsuko, ma Mahito è ancora segnato dal trauma della morte della madre e incapace di accettare una nuova donna al fianco di suo padre. Improvvisamente comincia ad essere seguito da un airone cenerino, che gli promette di ricongiungerlo con la madre, consentendogli l’ingresso in un mondo parallelo popolato da curiose creature. Sarà l’inizio di uno straordinario e formativo viaggio personale.
A dieci anni dal supposto ritiro dopo Si Alza il Vento, torna, col suo 12° lungometraggio, il maestro dell’animazione nipponica Hayao Miyazaki.
L’attesa era tanta per Il ragazzo e l’airone, opera-testamento ricca di simbolismi, elementi autobiografici e temi cari alla filmografia del più influente animatore della storia del cinema.
Il tocco di Miyazaki è riscontrabile nel complesso e stratificato iter narrativo, che fa dialogare armonicamente reale e fantastico, Storia e immaginazione, qui ed altrove, folklore e poesia, passato e futuro, aspirazioni e rimpianti, cupezza e fascinazione.
La memoria è ancora il fulcro del racconto, attraversato dalla volontà di risvegliare il lato fanciullesco nascosto in ognuno di noi e condurci alla scoperta di un mondo che è lo specchio inconfessabile della società umana.
Ma Il ragazzo e l’airone riflette anche sulla maternità, sul conflitto, sul rapporto tra uomo e natura e tra umano e divino, sui legami tra le persone, sull’incomunicabilità e sull’altruismo.
Visivamente sbalorditivo, è un film che vive di intuizioni, suggestioni ed emozioni: come in tutte le opere di Miyazaki, non è sempre facile orientarvisi, ma è impossibile non rimanere estasiati di fronte a un tale trionfo di creatività.
Se il racconto di formazione sembra in parte ricalcare La città incantata e i parallelismi carrolliani, stavolta il regno fantastico creato da Miyazaki è abitato contestualmente dai vivi e dai morti: è un luogo dove la morte finisce e dove la vita trova un nuovo inizio.
Vera e propria summa del cinema e dello stile visivo del Maestro, Il ragazzo e l’airone è (forse) l’ultimo bellissimo regalo che ci ha fatto Miyazaki: un autore che stimola la nostra curiosità, spingendoci ad essere spettatori attivi di indimenticabili esperienze emozionali.
Ilaria Berlingeri