Dal 7 dicembre debutto nazionale al Teatro Sistina di Roma e in scena per tutte le Feste di Natale. Nel cast anche Luca Ward per la prima volta in un ruolo en travesti
Il Natale del Sistina è all’insegna dell’irriverenza e del divertimento: dal 7 dicembre fino al termine della feste arriva uno dei musical più amati da grandi e piccini: Matilda.
Basato sul romanzo omonimo di Roald Dahl, già divenuto film di successo nel ‘96 e recentemente approdato su Netflix nella sua versione musical, Matilda è la nuova produzione della PeepArrow Entertainment in collaborazione con Il Sistina e sarà in tour italiano e dal 15 febbraio a Milano al Sistina Chapiteau, il primo teatro itinerante della Commedia Musicale italiana.
Matilda è una bambina vivace, intelligente e appassionata di libri. Per di più, ha il potere di far muovere gli oggetti con la sola forza del pensiero. La famiglia e la scuola purtroppo non la comprendono, così per farsi notare la bambina pianifica scherzi e marachelle. Le uniche sue alleate sono la maestra Dolcemiele e la libraia Mrs. Phelps, che riconoscono il suo talento e la sua unicità. Dolcemiele, in particolare, si coalizzerà con Matilda per contrastare le malefatte della perfida preside Trinciabue, ossessionata dal controllo e dalla disciplina.
“Ne sono rimasto folgorato quando l’ho visto a Londra – racconta Massimo Romeo Piparo – Non si tratta di uno show per bambini, ma per i temi trattati dovrebbe essere visto da grandi e piccini. Da genitore e operatore dello spettacolo, lo trovo uno spettacolo educativo, incentrato su due eroine, una bambina e una maestra, ma anche su due antagoniste, una madre e una preside, che rappresentano due istituzioni (la famiglia e la scuola) che oggi purtroppo vacillano. Il lavoro di adattamento non è stato facile. La nostra è una lingua melodica e musicale, non molto adatta al rock e al ritmato, che invece caratterizzano la lingua anglosassone. Ma ce l’abbiamo fatta e il risultato mi soddisfa molto”.
Matilda vede la presenza sul palco dei ragazzi dell’Accademia il Sistina, la grande scuola di formazione al musical nata al Teatro Sistina, rivolta ai ragazzi da 8 a 16 anni e ideata e diretta da Massimo Romeo Piparo.
“Un aspetto che mi rende ovviamente orgogliosissimo – dice Piparo – Sono dei ragazzi instancabili e appassionati, a cominciare dalla piccola Giulia Chiovelli, che veste i panni di Matilda e che non esce quasi mai di scena”.
Luca Ward, già protagonista di alcuni successi firmati Piparo al Sistina, interpreta la preside Trinciabue, per la prima volta in un ruolo en travesti.
“Affronto un ruolo molto complesso – racconta Ward – innanzitutto perché si tratta di una donna, il cui universo e il cui sguardo sono completamente diversi da quelli di un uomo. E poi, quanto è difficile camminare sui tacchi e con un seno così prosperoso!” – scherza l’attore.
“È un personaggio cattivissimo e cartoonesco, facile da trasformare in una macchietta, ma noi abbiamo intrapreso una strada diversa: le abbiamo donato una voce molto sexy, che spero affascinerà tutti gli uomini in sala – prosegue – Volutamente non ho visto i film dedicati a Matilda, per evitare qualunque forma di condizionamento sul mio personaggio. Si tratta indubbiamente di una sfida importante, ma mi sento protetto da una grande squadra di professionisti. E poi quando si ha la fortuna di lavorare con ragazzi così talentuosi, noi adulti possiamo permetterci di giocare nelle retrovie”.
The Pozzolis Family, ovvero Alice Mangione e Gianmarco Pozzoli, interpretano gli ottusi genitori di Matilda.
“Io sono una grande fan di Matilda e sono fermamente convinta che la vittoria di questo spettacolo sia la squadra – dice Alice Mangione – Sarete travolti dall’energia dei bambini e dei ragazzi dell’ensemble e sarà uno spettacolo che ricorderete per sempre. Io interpreto la madre di Matilda, che ha una cattiveria forse persino peggiore di quella della Preside Trinciabue, perché senza scopo. Abbiamo scelto di lavorare sulla sua stupidità, dandole come unico obiettivo di vita quello di vincere il campionato di salsa e merengue”.
Gianmarco Pozzoli (che interpreta il padre di Matilda) sottolinea, invece, come il film Netflix e quello del ‘96 siano stati un’importante fonte d’ispirazione, così come gli spettacoli messi in scena nel West End.
“Ogni attore dei precedenti Matilda ci ha lasciato qualcosa, che abbiamo rielaborato e fatto nostro per dar vita ai personaggi – racconta Pozzoli – Nel mio caso, il padre di Matilda si presta ad una esilarante parodia del mondo della televisione, visto che tutto ciò che sa l’ha imparato dai programmi televisivi. Pertanto non comprende ed osteggia l’amore della figlia per la lettura”.
Giulia Fabbri, ex Mary Poppins del Sistina, interpreta la maestra Dolcemiele, preziosa figura di riferimento per la giovane protagonista.
“Matilda è un testo meraviglioso e dai temi importantissimi – racconta l’attrice – Mi emoziona vedere una passione così forte da parte di tutti questi giovani ragazzi, mi dà speranza nel futuro. Hanno una luce negli occhi che è di grande ispirazione per noi grandi”.
Le coreografie dello spettacolo della PeepArrow Entertainment sono firmate dall’acclamato coreografo del West End Billy Mitchell, che racconta come la lingua non sia un ostacolo quando si ha a che fare con l’arte e con talentuosi professionisti, perché è qualcosa di universale e che unisce.
La direzione musicale è del maestro Emanuele Friello, mentre Federico Zylka si occupa della direzione d’orchestra.
“Matilda è uno dei miei musical preferiti – racconta Zylka – e poi Massimo Romeo Piparo è uno dei pochi che ancora crede nella musica dal vivo nei musical. Qui abbiamo 11 elementi d’orchestra, una cosa sempre più rara da vedere”.
Un ruolo fondamentale riveste in Matilda la lettura, un altro elemento di grande valore educativo dello spettacolo. Proprio l’amore per i libri farà nascere il bellissimo rapporto fra Matilda e Mrs. Phelps, interpretata da Elena Mancuso, un’altra delle insegnanti dell’Accademia il Sistina.
“Matilda cresce nutrendosi di libri. La sua passione per la lettura conquista Mrs. Phelbs, che si lascerà ispirare dalla sua brillantezza e dalla sua è intelligenza. È bello ricordarci che siamo stati bimbi perché anche il nostro lato fanciullesco va alimentato” – racconta Mancuso.
“Rispetto al realismo dei due film (specie di quello targato Netflix, che spinge molto sul dark), nel nostro spettacolo tutto è surreale, come se fosse un grande cartoon colorato e di grande leggerezza – conclude Piparo – La chiave ironica, pertanto, controbatte anche i momenti più crudi della vicenda. È uno spettacolo adatto a tutti, anche ai piccolissimi. Il nostro scopo, infatti, è avvicinare i giovani al teatro”.
Roberto Puntato