Presentato in anteprima nella sezione Gran Public della Festa del cinema di Roma 2023, arriva in sala il 22 febbraio distribuito da Famdango
Annabì è un’attrice di successo, nota al grande pubblico per una serie televisiva sugli eroi della Finanza. La sua carriera internazionale, però, è compromessa dalla sua aviofobia, che la costringe a rinunciare a un film diretto da un insigne regista coreano. La sua paura rischia di ripercuotersi anche sulla vita privata, nel momento in cui sua figlia le comunica di essere stata ammessa all’università di Stanford, in California. Cosi, tra mille incertezze, la protagonista prova ad affrontare la sua fobia, iscrivendosi al corso “Voglia di volare”, organizzato da ITA Airways.
L’esordio alla regia di una delle nostre migliori attrici è una divertente commedia autobiografica che affronta una delle sue più grandi paure.
Con questo film, Margherita Buy cerca quasi di esorcizzarla, non solo scherzandoci su, ma anche raccontando con una certa precisione cosa questa fobia scateni in chi ne soffre. In tal modo, instaura efficacemente un dialogo con quel pubblico che con lei condivide lo stesso disagio, rendendo la sua opera prima indubbiamente empatica e coinvolgente.
Specie nella prima parte, poi, la Buy non manca nemmeno di ironizzare, con efficacia, sul suo ambiente lavorativo e sulle dinamiche che caratterizzano l’odierna industria dell’audiovisivo (la rivalità fra colleghe, la spietatezza degli agenti, la critica livorosa, la reiterazione di prodotti di scarso valore, ecc.).
Questa è forse la parte più interessante e riuscita della pellicola, caratterizzata da un buon ritmo comico e ricca di battute semplici, ma divertenti e autoironiche.
La seconda parte si concentra, invece, sul tentativo di terapia collettiva che, tra confessioni, esercizi e chiarimenti da parte degli esperti, ha il fine di aiutare chi ne soffre a superare la paura di volare. L’occasione per la Buy di riflettere sulla solidarietà che nasce dalla condivisione e che spesso aiuta a superare egoismi e paure.
Meno brillante e più statica della prima, questa parte “corale” accumula una serie di sottotrame che non vengono però portate a compimento, spostando il focus dalla protagonista e sottraendo tempo alla costruzione di un arco narrativo più completo.
Nonostante il fiato corto e qualche macchietta di troppo, il merito principale dell’opera prima della Buy, però, è quello di giocare su corde ben conosciute, tratteggiando un personaggio in linea con il suo percorso d’attrice, tra fragilità, smarrimenti e nevrosi.
Non certo un capolavoro, quindi, ma un film piccolo e piacevole, per di più supportato da un buon cast (su tutti Elena Sofia Ricci, Anna Bonaiuto, Roberto De Francesco, Maurizio Donadoni, Massimo De Francovich e Pietro Ragusa) che riesce a caratterizzare adeguatamente alcuni dei personaggi in scena nonostante un certo bozzettismo in fase di scrittura.
Carla Curatoli