Presentato in anteprima a Venezia 80, arriva in sala dal 12 ottobre con Lucky Red
Luc Besson torna al cinema con uno dei film più emozionanti della sua più recente fase artistica: Dogman è doloroso e terapeutico, un omaggio agli ultimi, all’amicizia, all’amore condiviso.
Poco importano alcune inverosimiglianze e imperfezioni di scrittura, Dogman è un’opera viscerale, genuina, piena di pathos e sentimento.
La storia di un (anti)eroe segnato dalla violenza familiare, che è stato però capace di tramutarla in empatia verso i randagi come lui, verso i più deboli bisognosi di cure e di amore. Perché il mondo necessita di più equità, di più equilibrio.
Besson si serve della straordinaria performance di Caleb Landry Jones per raccontare un romanzo di formazione impattante ed emotivo: un film sulla salvezza e sul lato più puro dell’anima.
Una salvezza che passa attraverso la cura e la protezione di chi non chiede nulla in cambio, ovvero di quei fedeli amici a quattro zampe che popolano un film bizzarro e potentissimo.
Tramite un continuo flashback, Dogman è un viaggio nell’orrore di chi ha sempre cercato l’amore negli umani, ma che l’ha trovato solo ponendosi a capo di un branco di canini reietti, disposti perfino a vendicare i torti subiti dal loro amico/padrone.
La regia trasuda odori, colori e suggestioni, mentre Besson ritrova finalmente quel cuore e quel mix di melodramma e follia che pulsava nei suoi primi film.
Maria Grande