Al cinema dal 17 agosto con MUBI e Lucky Red
Tomas (Franz Rogowski) è un regista tedesco che vive in Francia. È sposato da molto tempo con Martin (Ben Whishaw), ma inizia una storia sentimentale con una donna, Agathe (Adèle Exarchopoulos). Sarà l’inizio di un complicato ménage à trois che metterà in crisi le vite di tutti e tre.
Bellissimo racconto sentimentale a metà strada fra naturalismo francese e spietata analisi fassbinderiana, Passages mette in luce le ambivalenze dell’amore, il potere del desiderio e l’incomunicabilità relazionale.
Rogowski, Whishaw e Exarchopoulos sono bravissimi nel delineare le psicologie complesse dei loro personaggi, offrendoci il ritratto di una umanità fluida e in continua trasformazione, ma fragile e impacciata se posta dinanzi a un bivio.
I corpi dei tre attori, così selvaggi, violenti e passionali, si muovono sullo sfondo di una Parigi incrocio di lingue e caos, che si fa specchio delle loro anime in subbuglio.
Il tono non è da cupo dramma dei sentimenti, ma teso e sobrio, nonché spezzato da gustosi inserti da commedia; l’analisi dei sentimenti descritti, invece, è puntuale e accuratissima, facendosi vivida testimonianza del nostro tempo.
Al centro del racconto i turbamenti sentimentali di un regista egocentrico, che vorrebbe dirigere le vite delle persone che lo amano, intrecciando con loro un tossico e lesivo gioco al massacro.
Ira Sachs gioca con i topos del cinema romantico, sfaldando e rimescolando identità e bisogni dei suoi personaggi, per cogliere la frammentarietà delle loro anime.
Ne deriva un’opera realistica ed incisiva, che racconta il disordine emotivo, la gelosia e il narcisismo con una lucidità che raramente si vede oggi al cinema.
Alberto Leali