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Il lavoro dei servizi segreti cinque giorni dopo gli attentati di Parigi del 2015 è al centro dell’interessante November di Cédric Jimenez.
Il film, non un semplice thriller al cardiopalma né un resoconto didascalico degli eventi avvenuti, è in realtà un’opera ben costruita, che si sofferma sugli sforzi sovrumani compiuti dall’intelligence francese per rintracciare e catturare i terroristi.
Originale, in particolar modo, è la scelta di soffermarsi sul rapporto che i servizi segreti instaurano con una testimone, una giovane donna musulmana che rivela alcuni elementi a proposito degli attentatori. Se una degli agenti dell’intelligence è disposta a darle fiducia, per altri prevale il sospetto che la donna si stia prestando deliberatamente ad un depistaggio.
Da questo elemento, scaturisce, quindi, una profonda riflessione sul pregiudizio, che spesso prevale sulla razionalità e che fa perdere di vista l’obiettivo prefissato.
Nonostante le psicologie dei molti personaggi coinvolti non vengano troppo approfondite, il film di Jimenez si segnala per il cast stellare (tra gli altri, Jean Dujardin, Anaïs Demoustier, Sandrine Kiberlain e Jérémie Renier), il ritmo veloce, i dialoghi intensi e il montaggio frenetico.
Un’altra opera che affronta una ferita ancora aperta nel cuore della Francia e dell’Europa.
Paola Canali