Al cinema il 20 luglio 2023 distribuito da Warner Bros. Pictures
Vivere a Barbieland significa essere perfetti in un luogo perfetto. A meno che tu non stia attraversando una crisi esistenziale. Oppure tu sia un Ken.
Dalla sceneggiatrice / regista candidata all’Oscar® Greta Gerwig (“Piccole donne”, “Lady Bird”) arriva “Barbie” con protagonisti i candidati all’Oscar® Margot Robbie (“Bombshell – La voce dello scandalo”, “Tonya”) e Ryan Gosling (“La La Land”, “Half Nelson”) nei panni di Barbie e Ken.
Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (“End of Watch – Tolleranza zero”, i film “Dragon Trainer”), Kate McKinnon (“Bombshell – La voce dello scandalo”, “Yesterday”), Michael Cera (“Scott Pilgrim vs. the World”, “Juno”), Ariana Greenblatt (“Avengers: Infinity War”, “65 – Fuga dalla Terra”), Issa Rae (“The Photograph – Gli scatti di mia madre”, “Insecure”), Rhea Perlman (“Nei miei sogni”, “Matilda 6 Mitica”) e Will Ferrell (i film “Anchorman”, “Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno”).
Fanno parte del cast del film anche Ana Cruz Kayne (“Piccole donne”), Emma Mackey (“Emily”, la serie TV “Sex Education”), Hari Nef (“Assassination Nation”, “Transparent”), Alexandra Shipp (i film “X-Men” ), Kingsley Ben-Adir (“Quella notte a Miami”, “Peaky Blinders”), Simu Liu (“Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli”), Ncuti Gatwa (“Sex Education”), Scott Evans (la serie TV “Grace e Frankie”), Jamie Demetriou (“Crudelia”), Connor Swindells (“Sex Education”, “Emma.”), Sharon Rooney (“Dumbo”, “Jerk”), Nicola Coughlan (“Bridgerton”, “Derry Girls” ), Ritu Arya (“The Umbrella Academy”) e il premio Oscar® Helen Mirren (“The Queen – La Regina”).
‘Barbie’ è diretto da Greta Gerwig, che ha curato la sceneggiatura del film insieme al candidato all’Oscar® Noah Baumbach (“Storia di un matrimonio”, “Il calamaro e la balena”).
Basato su ‘Barbie’ di Mattel. I produttori del film sono il candidato all’Oscar®, David Heyman (“Storia di un matrimonio”, “Gravity”), Margot Robbie, Tom Ackerley e Robbie Brenner, mentre Michael Sharp, Josey McNamara, Ynon Kreiz, Courtenay Valenti, Toby Emmerich e Cate Adams sono i produttori esecutivi.
Il team creativo che ha lavorato dietro la macchina da presa con Greta Gerwig è composto dal direttore della fotografia candidato all’Oscar® Rodrigo Prieto (“The Irishman”, “Silence”, “I segreti di Brokeback Mountain”), la scenografa sei volte nominata all’Oscar® Sarah Greenwood (“La bella e la bestia”, “Anna Karenina”), il montatore Nick Houy (“Piccole donne”, “Lady Bird”), la costumista premio Oscar®, Jacqueline Durran (“Piccole donne”, “Anna Karenina”), il supervisore agli effetti visivi Glen Pratt (“Paddington 2”, “La bella e la bestia”), il supervisore musicale George Drakoulias (“Rumore Bianco”, “Storia di un matrimonio”) e il compositore premio Oscar® Alexandre Desplat (“La forma dell’acqua”, “Grand Budapest Hotel”).
Recensione a cura di Alberto Leali
Dopo la massiccia ed efficacissima campagna promozionale, Barbie arriva finalmente al cinema e non delude certo le aspettative.
Greta Gerwig conferma le sue ottime doti di sceneggiatrice, regalandoci un ritratto acuto, divertente e originalissimo delle donne di oggi. Equilibriste fra lavoro e famiglia, pressate da una società che le vuole sempre più multitasking, ma che ancora le discrimina, divise fra ambizioni e senso di responsabilità, provate dal peso del giudizio e da un costante senso di inadeguatezza.
La Barbie del film è un’idea di perfezione assoluta che da un giorno all’altro inizia a mostrare le crepe; un’entità inanimata, e col sorriso sempre stampato sulle labbra, che si trova costretta a mettere in discussione le sue certezze e il suo mondo color pastello. Un mondo in cui tutto è straordinario, ma anche immutabilmente fittizio.
Quello della Gerwig è, quindi, un racconto di formazione incentrato sulla presa di coscienza di una donna che in fondo donna non lo è mai stata, perché creata da qualcun altro ed imprigionata in una serie di stereotipi che l’hanno resa invisa al suo genere anziché brillante fonte ispiratrice.
Costretta ad allontanarsi dall’ovattato Barbieland per ritrovare se stessa e a calarsi nella quotidianità del mondo reale, Barbie si scontrerà con il patriarcato e il maschilismo, l’ansia e la disillusione, l’oggettificazione sessuale e la svalutazione femminile. Finirà per rimpiangere il mondo da cui è venuta, in cui tutte le donne sono scrittrici, medici, presidenti o premi Nobel e in cui gli uomini, invece, sono delle semplici appendici, che esistono solo in relazione alle loro Barbie.
Ed è qui che emerge l’altro elemento fondamentale del film: il ruolo subalterno di Ken, che vive solo in funzione della sua partner femminile, covando dentro di sé frustrazione e insoddisfazione. Al contrario di Barbie, Ken vedrà in un mondo reale dominato dagli uomini, la possibilità di un riscatto, ribellandosi a quell’egemonia rosa colpevole di averlo reso del tutto superfluo.
Così il racconto di formazione si fa doppio, evidenziando l’importanza di un mondo che sia realmente paritario, la necessità di credere in se stessi senza paura di mostrare fragilità e imperfezioni, ma anche la volontà di diventare artefici della propria fortuna, abbandonando la comfort zone e seguendo ciò che si desidera davvero.
Costumi e scenografia sono da applauso, ma i principali punti di forza della pellicola sono le interpretazioni di Margot Robbie e Ryan Gosling, assolutamente perfetti nei panni di una Barbie e di un Ken alle prese con le loro crisi esistenziali e identitarie.
Se la Robbie tocca il cuore, Gosling scatena risate, colorando con grande efficacia un personaggio irresistibilmente tragicomico.
Stravagante, sincero, a metà strada tra il camp, il musical e l’affesco sociale con tocchi femministi, Barbie è un prodotto assolutamente inedito, a cui è facile affezionarsi per intelligenza, coraggio ed energia. Siamo pronti a scommettere che farà faville anche nella prossima Award Season.