Al cinema dal 13 aprile distribuito da Wanted
È il 1981 e in Francia Mitterand è stato appena eletto Presidente della Repubblica, provocando grande entusiasmo tra i cittadini. Una donna (Charlotte Gainsbourg), separata e con due figli adolescenti, inizia a lavorare in un programma radiofonico notturno. Lì incontra una ragazza dal passato difficile che deciderà di prendere sotto la sua ala protettrice.
È un cinema del quotidiano, fatto di piccoli gesti e di emozioni sottopelle, quello del bellissimo Passeggeri della notte di Mikhaël Hers.
Un’epopea quieta, eppure vivida ed incisiva, che percorre gli anni ‘80 e i suoi cambiamenti attraverso il bel ritratto di una famiglia francese che resiste alle fratture.
Con grazia inconsueta, Hers fa fluttuare l’opera nel tempo e nello spazio, trasmettendo al pubblico quella sensazione di impalpabile transitorietà che i protagonisti della storia vivono nell’arco di sette anni.
Passeggeri della notte è un film di atmosfere rarefatte e momenti sfuggenti, di piccole ed essenziali digressioni, di incontri casuali eppure segnanti: un’opera sul senso della famiglia, capace di non perdere la propria forza e la propria identità nonostante i cambiamenti, ma aprendosi alla possibilità di nuovi inizi.
Hers è straordinario nel restituire i sentimenti indicibili della vita, la densità dei legami affettivi, la forza e la fragilità umane, tenendosi lontano da manipolazioni drammatizzanti e tuffandosi nell’intimità di personaggi scritti con grandi cura e sensibilità.
Sullo sfondo, il XV Arrondissement parigino, che si erge a personaggio non meno essenziale della vicenda e ricostruito attraverso filmati d’archivio e riprese in 16 e 35 millimetri.
Charlotte Gainsbourg delinea, con la sua consueta bravura, un personaggio di donna bisognoso di ricostruire la propria vita: inizialmente avvilita e dubbiosa delle sue capacità, la sua Élisabeth riuscirà, grazie agli eventi e alle persone che incontrerà sul proprio cammino, a reinventarsi e a riscoprirsi.
Un’opera profondamente toccante, che fa dell’introspezione, della naturalezza e dei ritmi placidi i suoi elementi cardine e che conferma il valore di un cinema esistenzialista e prezioso di cui i francesi sono maestri.
Ilaria Berlingeri