Scritto, diretto e interpretato da Gabriele Pignotta, è un acuto ritratto generazionale che diverte e fa riflettere. Nel cast anche Vanessa Incontrada
Vanessa Incontrada, Gabriele Pignotta, Siddhartha Prestinari, Fabio Avaro e Nick Nicolosi sono i protagonisti dell’esilarante commedia di Gabriele Pignotta Scusa sono in riunione… ti posso richiamare?, acuto ritratto generazionale che intrattiene e fa riflettere.
Lo spettacolo, in scena al Teatro Sistina di Roma dal 15 al 26 febbraio, racconta i 40enni di oggi con le loro fragilità e ambizioni, ma soprattutto alla costante, seppur inconsapevole, ricerca di un po’ di amore ed affetto.
Disorientati da un presente frenetico e tutto improntato al lavoro e alla tecnologia, i protagonisti della nostra storia, amici di lunga data separati da carriere e famiglie, si troveranno, per un curioso scherzo del destino, coinvolti in un reality show che metterà in luce le loro debolezze.
Pignotta riesce a raccontare con pungente ironia una generazione di adorabili perdenti alle prese con le loro nevrosi: impossibile non empatizzare con ognuno dei personaggi della pièce, che rappresentano con credibilità vizi e virtù della società in cui viviamo.
Scritto con abilità e intelligenza e interpretato da un cast affiatato e ben assortito, Scusa sono in riunione… ti posso richiamare? diverte con un intreccio originale che sfrutta a dovere i meccanismi della commedia degli equivoci, superandoli però attraverso l’efficace disegno psicologico dei caratteri in scena.
Così, tra battute ben piazzate e una regia dinamica e scattante, lo spettacolo ci invita a fermarci a riflettere sulle nostre vite: a ciò a cui troppo spesso rinunciamo a causa di una quotidianità tutta rivolta al lavoro e al denaro, perdendo di vista ciò che davvero conta e può renderci felici.
Una pièce sull’importanza dei rapporti interpersonali, quelli che trascuriamo a causa dei ritmi convulsi che scandiscono le nostre vite, senza accorgerci che in realtà stiamo perdendo le cose più belle e preziose. Ma soprattutto uno spettacolo che, arrivando al pubblico più vasto attraverso il linguaggio e i toni della commedia, si rivela quasi più illuminante di un trattato antropologico.
Roberto Puntato