Al cinema dal 12 gennaio con Teodora
Una traduttrice vedova e con una figlia riscopre l’amore per un vecchio amico in crisi coniugale, ma dovrà affrontare anche la difficile ricerca di un ricovero per suo padre affetto da una malattia neurodegenerativa.
Un bel mattino, il nuovo film di Mia Hansen-Løve, è un intenso racconto sulla vita e su ciò che di più bello e doloroso possa riservarci.
Un film che procede per antitesi, facendo vivere alla sua protagonista, da una parte, la rinascita del sentimento amoroso, dall’altra il dramma della malattia di un padre non più presente a se stesso.
Qualcosa nasce e qualcosa muore, dunque, in un film che vanta uno stile pacato ma sempre incisivo e la presenza di una bravissima protagonista come Léa Seydoux, in grado di far emergere tutta la forza e la delicatezza del suo personaggio. Ad accompagnarla sullo schermo anche gli ottimi Melvil Popupaud e Pascal Greggory, rispettivamente nei ruoli del nuovo amore e del padre malato.
Un bel mattino è un film intriso di umanità, in grado di cavalcare, con la stessa efficacia, i tumulti della passione e il trauma della perdita.
Un’opera sottovoce, ma di profonda limpidezza, capace di cogliere perfino le più piccole emozioni e di trasportarle sullo schermo.
Nonostante la materia mesta, Un bel mattino è dotato di quegli slanci vitali che aiutano ad affrontare gli ostacoli della vita e ad andare avanti.
La Hansen-Løve disegna, così, l’incisivo e stratificato ritratto di una donna al crocevia dell’esistenza, riflettendo su temi universali e complessi come il tempo che passa, l’impalpabilità della felicità e i paradossi dell’amore.
Una conferma della grande sensibilità che da sempre caratterizza il cinema dell’autrice francese.
Ilaria Berlingeri