Al cinema dal 1º dicembre distribuito da Lucky Red
Valeria Bruni Tedeschi non ha mai avuto paura di raccontare la sua storia, scavando nei cassetti della memoria e rendendoci partecipi dei suoi amori, delle sue passioni e delle sue ossessioni.
In Forever Young – Les Amandiers, suo 5º film dietro la macchina da presa, siamo a metà degli anni ’80, quando l’attrice e regista aveva circa 20 anni, più o meno la stessa età che hanno Stella, Victor, Adèle ed Etienne, allievi di quella celebre scuola di teatro di Nanterre diretta da Patrice Chéreau.
Durante le prove per portare in scena il Platonov di Čechov, il palcoscenico diventa la loro seconda casa: è lì che intrecciano la passione per il teatro e gli amori personali, ma anche un tragico evento all’orizzonte.
Bruni Tedeschi realizza il suo film migliore, certamente il più misurato, sentito e toccante. Lo fa proprio quando decide di non parteciparvi come attrice, ma mettendo ogni briciolo di se stessa in una storia che omaggia la disperata vitalità del mestiere dell’attore e un’epoca che non c’è più, ma che in fondo vivrà per sempre.
Les Amandiers è, infatti, il ritratto di una gioventù vibrante, energica e appassionata, che mette il cuore e l’anima in ogni situazione, ogni scambio, ogni rapporto. Una gioventù costretta, però, ben presto a fare i conti con i problemi della vita, che spingono spesso a delle scelte dolorose.
Bruni Tedeschi è brava nel farci entrare nel mondo e nei cuori di questi ragazzi, nei tumulti di un’età in cui ogni cosa che si vive sembra essere la più importante.
In Les Amandiers troviamo l’elettrizzante quotidiano di una compagnia di teatro alle prese con amori, insicurezze e delusioni, lo spettro dell’AIDS e dell’eroina, ma anche quel desiderio di prendere la vita per le corna anche a rischio di bruciarsi le ali.
L’ottimo cast, tra cui spiccano il veterano Louis Garrel nei panni di Chéreau e la convincente Nadia Tereszkiewicz che interpreta Stella, vero e proprio alter ego della regista, supporta una sceneggiatura e uno stile sorprendentemente asciutti, ben lontani da quelli che avevano caratterizzato le opere precedenti dell’autrice.
Possiamo, dunque, dire che Les Amandiers è per la Bruni Tedeschi il suo bellissimo ed emozionante film della maturità, capace di modulare scene e situazioni con toni sempre cangianti, grazie a una macchina da presa libera ed energica.
Carla Curatoli