Al cinema dal 3 novembre con Europictures
Maria è una donna di mezza età che lavora in una ditta di pulizie, ha un vita famigliare non propriamente felice e in cuor suo nasconde una passione segreta: scrivere poesie. Quando ottiene un lavoro presso la prestigiosa accademia di belle arti di Parigi conosce l’eccentrico custode Hubert, con cui instaurerà un legame speciale. Riuscirà a dare una svolta alla sua vita?
La commedia sentimentale “Maria e l’amore” di Lauriane Escaffre e Yvonnick Muller racconta la storia di una sognatrice che ha sempre tenuto le ali basse e a cui improvvisamente si palesa l’occasione di vivere un mondo diverso da quello che conosce.
Un mondo, quello pulsante e frenetico dell’arte, fatto di libertà individuale, creatività ed esplorazione. Un mondo che la farà sentire viva per la prima volta, riaccendendo quella fiamma che la monotonia della sua quotidianità pareva aver spento.
Ma il merito è anche e soprattutto dell’amore, che quando arriva, sconvolge tutto, ma a cui non è sembra facile abbandonarsi senza riserve, specie se giunti a una certa fase della propria vita.
In Hubert, intrappolato come lei in una realtà troppo stretta, Maria trova comunanza e vicinanza: il loro incontro li rinvigorirà e li farà rinascere, portando a galla quei sentimenti sopiti dallo scorrere grigio del tempo. Ma l’amore sarà sufficiente a sconvolgere tutto quello che nelle loro vite hanno sedimentato?
Commedia godibile e aggraziata, di quelle che riescono bene a un certo cinema francese, Maria e l’amore si fa apprezzare per l’onestà della scrittura e per l’alchimia fra due protagonisti formidabili.
Sono, infatti, Karin Viard e Grégory Gadebois a rendere perfettamente credibili i loro personaggi, portandoci a tifare per loro e ad empatizzare con le loro storie. Il tutto riscattando la vicenda dai soliti cliché da commedia romantica sulle seconde occasioni.
Ilaria Berlingeri