Diretto da Tom George, arriva al cinema dal 29 settembre con Walt Disney
Nella Londra degli anni ’50, un produttore decide di realizzare l’adattamento cinematografico della popolare opera teatrale Trappola per topi. Quando membri del cast e della troupe cominciano a morire misteriosamente, l’annoiato e borbottante ispettore Stoppard (Sam Rockwell) e la sua goffa ma zelante recluta Constable Stalker (Saoirse Ronan) si mettono sulle tracce dell’assassino. I due si trovano, così, coinvolti in un enigmatico giallo all’interno dell’affascinante mondo del dietro le quinte del teatro.
Trappola per topi, tra le più celebri opere teatrali di Agatha Christie, non ha mai avuto stranamente una sua versione cinematografica. Il perché, tra finzione e realtà, viene raccontato in Omicidio nel West End, gradevole mix di commedia e mistero diretto dall’abile Tom George.
Un film che, ripercorrendo tutti gli stilemi del giallo, si diverte a prendere in giro se stesso e il genere a cui appartiene, sfornando un’ironia sagace e una serie di stravaganti e divertenti figure.
Una perfetta ricostruzione storica, a cui contribuiscono in particolar modo costumi e scenografia, è la componente chiave per rendere credibile il contesto narrato, catapultando lo spettatore nella magia irresistibile e un po’ sordida del teatro londinese degli anni ’50.
Anche quando la spigliata sceneggiatura (di Mark Chappell) inizia a perdere lo slancio iniziale, l’ambientazione consente al direttore della fotografia Jamie D. Ramsay di fare del suo meglio per catturare l’atmosfera del genere.
Ma l’indubbio punto di forza della pellicola è la presenza di due interpreti talentuosi come Saoirse Ronan e Sam Rockwell, che ci regalano due interpretazioni efficacissime, grazie a una chimica e a tempi comici perfetti.
Insomma, Omicidio nel West End è un film imperdibile per coloro che amano le commedie pimpanti e i gialli d’altri tempi. Un gioco cinematografico eclettico, ma anche una parodia sottile di artifici teatrali e cinematografici.
Maria Grande