Presentato in Concorso alla 79esima Mostra del Cinema di Venezia, arriverà al cinema dal 16 novembre e poi su Netflix dal 16 dicembre
BARDO, La cronaca falsa di alcune verità è il nuovo film del visionario premio Oscar Alejandro G. Iñárritu.
Girato in 65 mm e dotato di una straordinaria fotografia del candidato all’Oscar Darius Khondji (Amour, Se7en), BARDO uscirà in cinema selezionati il 16 novembre prima del suo debutto su Netflix il 16 dicembre.
Scritto da Iñárritu e Nicolás Giacobone (che in precedenza avevano collaborato alla sceneggiatura vincitrice dell’Oscar Birdman o L’inaspettata virtù dell’ignoranza e a quella di Biutiful), BARDO, La cronaca falsa di alcune verità è una commedia nostalgica ambientata durante un epico viaggio personale.
Racconta la storia di un famoso giornalista e documentarista messicano, che torna a casa e lavora attraverso una crisi esistenziale mentre è alle prese con la sua identità, le relazioni familiari, la follia dei suoi ricordi e il passato del suo paese. Cerca risposte nel suo passato per riconciliare chi è nel presente.
BARDO è interpretato da Daniel Giménez Cacho e Griselda Siciliani. Oltre a Khondji, il regista ha collaborato con professionisti affermati quali il designer messicano premio Oscar Eugenio Caballero (ROMA, Il labirinto di Pan) e la costumista Anna Terrazas (The Deuce, ROMA). Il film, profondamente personale, è stato girato nella città natale di Iñárritu, Città del Messico.
SINOSSI
BARDO, La cronaca falsa di alcune verità è un’esperienza immersiva epica e visivamente straordinaria, ambientata durante l’intimo e commovente viaggio di Silverio, un noto giornalista e documentarista messicano che vive a Los Angeles.
L’uomo, dopo aver ricevuto un prestigioso riconoscimento internazionale, è costretto a tornare nel suo paese natale, ignaro che questo semplice viaggio lo spingerà verso una profonda crisi esistenziale.
La follia dei suoi ricordi e delle sue paure riesce a perforare il presente, riempiendo i suoi giorni di un senso di sconcerto e stupore. Tra emozioni e abbondanti risate, Silverio lotta per trovare risposte a domande universali eppure intime, riguardanti la propria identità, il successo, la fragilità della vita, la storia del Messico e i profondi legami sentimentali che condivide con la moglie e i figli.
In breve, cosa significa essere umani in questi tempi molto particolari.
Recensione a cura di Ilaria Berlingeri
Il talentuoso regista messicano sforna il suo personale 8 1/2 con un film che si nutre di sogni e visioni per ripercorrere gli eventi più significativi della sua vita e del suo Paese d’origine.
In Bardo – La cronaca falsa di alcune verità ritroviamo tutto il talento visionario dell’autore di Birdman, che si abbandona ad una narrazione volutamente sconnessa, per addentrarsi nelle profondità della propria anima, della propria storia e dei propri drammi.
Attraverso una sceneggiatura densa, complessa e stratificata, Iñárritu si mette a nudo con la lucidità di chi non ha paura di fare un bilancio della propria vita guardando in faccia i propri fantasmi. Al contempo, però, non rinuncia alla folgorante bellezza delle immagini e alla debordante grandezza di un cinema che va vissuto come esperienza poetica e immersiva.
Il suo film è, infatti, un confessionale flusso di coscienza che riflette sulla vita, sulla politica e sul cinema e che sorprende per sincerità, estro, ricchezza di toni e sfizi registici.
In sintesi, Bardo è un’opera fluviale e barocca, che riempie lo schermo di immagini bellissime e sognanti e affascina per l’abilità con cui Iñárritu mescola finzione, autobiografia, storia e tradizioni del proprio paese.
C’è chi a Venezia l’ha definito troppo auto compiaciuto, eppure, una volta entrati nel subconscio di Iñárritu, è davvero difficile non rimanere travolti dalla forza pulsante del suo cinema.