Appuntamento venerdì 6 maggio in Via dei Fienaroli 40 per un lavoro inedito sulla ricerca della “bestialità umana”
Venerdì 6 maggio, alle ore 18.00, inaugura a Roma lo studio dell’artista Sara Zanin, con la personale “Da buccia nasce studio Buccia”.
Studio Buccia è uno spazio fisico nato a Trastevere – il rione da sempre ricco di ispirazione, eterogeneità con cui convive pittoricamente – con l’obiettivo di interagire, progettare e interpretare l’eterogeneità non solo del luogo ma anche dell’arte stessa.
Fondato dall’artista Sara Zanin, è un luogo di lavoro, uno spazio espositivo ed un salotto trasteverino, dedicato alla “banana peel concept”: un lavoro inedito legato alla continua ricerca della “bestialità umana”.
Partendo dalla lettura della contemporaneità che “vive di vita proiettata in una realtà virtuale che giorno dopo giorno supera il reale”, l’artista veneta traccia su tela, legno e carta, la distanza che viviamo nel non luogo, nella contraddizione di vivere la vita ridotta ad una realtà virtuale capace di superare di gran lunga l’esperienza di una vita “calpestabile” e palpabile.
Sara Zanin individua nella buccia la testimonianza della presenza umana nelle strade e spoglia la banana dalla sua visione effimera associata al membro maschile per esaltare ciò che resta, un involucro che svela la parte “bestiale” dell’essere umano che arriva fino all’erotica.
Ciò che resta di una banana non è solo uno “scarto”, un rifiuto nato dalla performance consumata e subito dimenticata, la buccia è un grido di allarme, il tentativo di conservare la propria “bestialità” di essere umano, che ci rende più complessi, in grado di attivare i sensi e di percepire il mondo attraverso essi. La buccia è l’eros!
La banana da sempre usata come metafora dell’organo sessuale maschile, è la mera esaltazione dell’esplicito che toglie il desiderio dell’altro e lascia il posto al comfort dell’uguale, sacrificando la ricerca della relazione e l’alterità come desiderio. Salvarci attraverso l’erotica, l’unica salva dalla tecnica, ci permetterà, ancora una volta, di immaginare senza vedere.
BIOGRAFIA
Sara Zanin (Conegliano, 1992) vive e lavora a Trastevere – Roma. Ciò che preme all’artista è lo sforzo verso l’istinto umano, il suo non raggiungimento e la sua mutazione. Si è diplomata al Liceo Artistico Statale di Treviso e laureata in Design Idustriale all’ISIA Roma Design, sede di Pordenone, ha frequentato il Biennio in R.U.F.A. Rome University of Fine Arts.
Lavora, principalmente, la pittura, l’incisione e l‘installazione.
Partendo dalla tematica dei Disturbi dell’Alimentazione e della nutrizione si è concentrata sul tema della Percezione e della sua costante distorsione, nel legame indissolubile tra Corpo e Anima.
Ideatrice della “banana peel concept”, individua nella buccia la testimonianza della presenza umana nelle strade e spoglia la banana dalla sua visione effimera associata al membro maschile per esaltare ciò che resta, un involucro che svela la parte “bestiale” dell’essere umano che arriva fino all’erotica.
ESPOSIZIONI
2021_Performance, “rivestiti!”, Fuori Festival, 64 Festival dei Due Mondi di Spoleto
2021_Personale, Buccia – “ciò che resta”, Blue Velvet Lounge art Gallery
2020_Collettiva, “Ecosofia Gallery”, Museo d’Arte Moderna di Palazzo Collicola, Spoleto (Festival dei 2 Mondi di Spoleto 2020 e FuoriFestival 2020).
2019_Collettiva “Cabine d’artista”, a cura di Paola Pallotta, SBA, Sporting Beach Arte_ Ostia Lido, Roma.
2019_Collettiva, Rufa Space, Via degli Ausoni, Roma.
2019_Collettiva “Quel che rimane”, con Erosioni di Oreste Casalini, a cura di Paola Pallotta,
SBA, Sporting Beach Arte_ Ostia Lido, Roma.
2018_Collettiva, Rufa Space, Open day, Via degli Ausoni, Roma.
2018_ Esposizione finalisti Rufa Contest,
presidente di giuria Shirin Neshat, Via degli Ausoni, Roma.
ILLUSTRAZIONI
2020_Val di Chiana Senese, su Lonely Planet Magazine Italia, luglio-agosto, numero IV, anno II.