Opere preziose dai depositi del palazzo tornano a disposizione del pubblico. Previste anche conferenze di storia, arte, architettura e musica e un programma speciale di visite guidate e laboratori a tema
Nella mattinata di giovedì 28 aprile, nelle sale rivolte su Piazza Venezia, uno dei luoghi più celebri al mondo, il Ministro della Cultura Dario Franceschini e la direttrice dell’Istituto VIVE Edith Gabrielli hanno presentato il nuovo progetto di allestimento di Palazzo Venezia.
Curato per la parte museologica da Edith Gabrielli e la museografica dal noto architetto Michele De Lucchi, il progetto coinvolge tutto il piano nobile del palazzo, comprese proprio le sale tra piazza Venezia e via del Plebiscito, ora vuote: il pubblico potrà ammirare di nuovo centinaia fra quadri, sculture, ceramiche, armi, mobili, gioielli, tessuti e altri esempi di arti applicate, o decorative, la maggior parte dei quali adesso confinati nei depositi.
Dal 1° aprile ad oggi, ovvero dal termine dello stato d’emergenza, sono stati oltre 395mila i visitatori di Vittoriano e Palazzo Venezia e, tra questi, oltre 40mila hanno potuto usufruire delle visite guidate e dei servizi educativi inclusi nel biglietto. In questo modo, il VIVE si va configurando come uno dei siti museali più visitati d’Italia ma non solo: grazie alle attività offerte si sta affermando anche come luogo in grado di offrire un’esperienza culturale completa e nel quale proprio per questo si tende a tornare più volte.
In quest’ottica, VIVE ha presentato oggi anche un nuovo programma di iniziative culturali, previste nei mesi centrali e conclusivi del 2022. I quattro cicli di conferenze di arte, architettura, musica e storia, come pure le visite guidate speciali e i laboratori a tema per il pubblico di tutte le età propongono il VIVE nel ruolo di polo culturale nel cuore della capitale d’Italia.
Riallestimento di Palazzo Venezia: il progetto
Il progetto di Edith Gabrielli e Michele De Lucchi prende il via dall’ala di rappresentanza del palazzo, eretta in epoca rinascimentale e rivolta su piazza Venezia e via del Plebiscito. L’ala comprende l’Appartamento di papa Paolo II Barbo, con la Sala delle Fatiche di Ercole, ornata con affreschi del XV secolo, e le tre monumentali Sale del Mappamondo, delle Battaglie e Regia.
Storicamente le sale di quest’ala sono state sempre colme di opere d’arte. E perciò di quadri, sculture e ancora di arredi. Lo furono al tempo di Paolo II, dei suoi successori e degli ambasciatori della stessa Repubblica di Venezia e dell’Impero austro-ungarico; continuarono ad essere colme di opere d’arte anche dopo il passaggio allo Stato Italiano nel 1916 – allorché Palazzo Venezia diventò un grande museo nazionale – durante il ventennio fascista e nel secondo dopoguerra. Tali rimasero fino agli anni ‘80. Nel 1982 si tenne qui una grande e importante mostra su Giuseppe Garibaldi. Successivamente, smontato l’allestimento provvisorio, si decise di appunto di lasciare le sale vuote, così da utilizzarle solo in occasione di altre mostre temporanee. A quel punto centinaia di oggetti vennero confinati nei depositi. A distanza di quarant’anni, il progetto di riallestimento Gabrielli-De Lucchi si propone di riallacciare questo filo interrotto.
Il progetto, in linea con la natura delle collezioni permanenti, mira a fare di Palazzo Venezia un luogo del ‘Fatto in Italia’, un luogo cioè in grado ripercorrere la grande tradizione artistica e artigiana del nostro paese, con una particolare enfasi per l’età storica; un luogo che racconti la capacità, tutta italiana appunto, di lavorare con le materie e con le tecniche più disparate. Di qui un percorso fatto certamente di quadri e sculture, ma anche e soprattutto di ceramiche, armi, mobili, gioielli, tessuti e altri esempi delle cosiddette arti applicate, o decorative.
I pezzi coinvolti rivestono un’estrema importanza. Tra le opere che troveranno posto nell’ala tra piazza Venezia e via del Plebiscito figurano tra l’altro la scultura in legno raffigurante la Madonna in trono con il Bambino, detta Madonna di Acuto, opera forse di un artista romano-laziale di fine XII-inizio XIII secolo, la Lunetta della Nicchia dei Palli, un straordinario esempio di oreficeria medievale che proviene direttamente dall’antica San Pietro in Vaticano, lo Stocco di manifattura italiana della prima metà del XV secolo, già in collezione Odescalchi, la Madonna in trono con il Bambino di Zanino di Pietro del 1429 o il Volto di Cristo di Beato Angelico solitamente datato tra il 1445 e il 1450. Nel complesso torneranno a disposizione dei visitatori oggetti unici per bellezza, storia, rarità e provenienza, che attraversano un arco di tempo di oltre duemila anni, dall’epoca classica fino alle soglie della modernità.
Il progetto di riallestimento è stato reso possibile da una minuziosa opera di ricerca sulle collezioni storiche del VIVE, frutto di una serie di accordi con università e prestigiosi centri di ricerca. Un gruppo consistente di studiosi, per lo più giovani ricercatori, è coordinato da specialisti come Barbara Agosti, Maria Concetta Di Natale e Alessandro Tomei. Altri giovani stanno confluendo grazie a borse di studio di dottorato di ricerca finanziate dal VIVE presso le università di “Roma Tre” e di Udine. Questa fase di studio, che passa attraverso una profonda revisione catalografica e archivistica, sta fornendo un contributo notevole alla conoscenza del patrimonio monumentale, storico, artistico e documentario dell’Istituto, talora sottostimato.
Al centro di Roma – Conferenze di arte, architettura, storia e musica al Vittoriano e Palazzo Venezia
L’istituto VIVE propone un fitto programma di incontri con eminenti studiosi, che animeranno quattro cicli di conferenze tra arte, architettura, storia e musica, al fine di ampliare sempre di più la propria offerta per il pubblico e rendere i propri siti luoghi costanti di incontro culturale.
Messi in luce. Dipinti e sculture di Palazzo Venezia a cura di Silvia Ginzburg, ordinario di Storia dell’Arte Moderna, Università di Roma Tre.
Una serie di incontri con storici dell’arte di punta attorno a dipinti e sculture di Palazzo Venezia. Di volta in volta l’opera viene scelta per essere presentata al pubblico e sottoposta a un’indagine serrata che ne illumina l’iconografia, lo stile, la provenienza, la tecnica, la storia della commissione, ricostruendone il contesto e il significato originari e ripercorrendone le vicende prima della sua entrata nel museo, fino alle ragioni della sua presenza lì.
Energie visive tra corpi e spazi museali, a cura di Orazio Carpenzano, preside della Facoltà di Architettura, Sapienza, Università di Roma.
Corpi architettonici, ambientali, virtuali, sensibili, saranno presentati da autori e architetti attraverso le loro antologie di temi e figure che costituiranno il sottofondo narrativo e iconografico dell’intera rassegna di incontri.
Storie di Roma, storie d’Italia, a cura di Francesco Benigno, ordinario di Storia Moderna, Scuola Normale Superiore di Pisa.
Alcuni uomini e donne hanno lasciato un’impronta nella storia di Roma e d’Italia. Personaggi di spicco, leader di partito, papi, imperatori e molto altro. Alcuni importanti storici e storiche d’Italia ne racconteranno le vicende grandiose e avvincenti o dolorose e drammatiche, ma sempre destinate a segnare una traccia nella memoria della città e del paese.
Sette album per raccontare un secolo, a cura di Ernesto Assante, giornalista e critico musicale.
Sette album per ricostruire la storia della musica popolare del Novecento, sette opere d’arte da raccontare nella loro creazione e per il loro impatto, sette tappe imprescindibili per comprendere quello che siamo stati e quello che probabilmente saremo.
I depositi di Palazzo Venezia – Uno speciale programma di visite guidate e laboratori
Aperti ora al pubblico, grazie alla recente risistemazione, i depositi costituiscono un vero e proprio “tesoro” da scoprire. Tra le preziose collezioni di argenti, con pezzi prodotti dalle maggiori manifatture di tutta Europa dal XVII al XIX secolo, ma anche di avori, porcellane, tra le quali spiccano gli enormi pezzi giapponesi e cinesi e raffinati vetri dipinti di produzione veneziana, i visitatori avranno così la possibilità di entrare nella parte più segreta del museo.
A questo speciale percorso di visita, si aggiungono nuove attività per grandi e bambini messi a disposizione dal nuovo Istituto, tra cui particolare rilievo merita il laboratorio di Pittura en plein air nel Giardino ritrovato. Immersi nel verde del giardino di Palazzo Venezia e circondati dai giochi di luce che si compongono tra i fiori, gli alberi e l’acqua della splendida fontana di marmo, i partecipanti potranno osservare la natura circostante e sperimentare la pratica della pittura all’aria aperta.