Presentata al Festival di Cannes nella sezione Première e giunta al cinema in due parti, arriva su Rai1 dal 14 novembre in prima serata
Arriva su Rai1, il 14, 15 e 17 novembre in prima serata, l’acclamata serie di Marco Bellocchio Esterno Notte
Scritta da Marco Bellocchio, Stefano Bises, Ludovica Rampoldi, Davide Serino e diretta da Marco Bellocchio, la serie ha nel cast Fabrizio Gifuni nei panni di Aldo Moro, Margherita Buy, Toni Servillo, Fausto Russo Alesi, Gabriel Montesi e Daniela Marra.
Sinossi
1978. L’Italia è dilaniata da una guerra civile. Da una parte le Brigate Rosse, la principale delle organizzazioni armate di estrema sinistra, e dall’altra lo Stato. Violenza di piazza, rapimenti, gambizzazioni, scontri a fuoco, attentati. Sta per insediarsi, per la prima volta in un paese occidentale un governo sostenuto dal Partito Comunista (PCI), in un’epocale alleanza con lo storico baluardo conservatore della Nazione, la Democrazia Cristiana (DC). Aldo Moro, il Presidente della DC, è il principale fautore di questo accordo, che segna un passo decisivo nel reciproco riconoscimento tra i due partiti più importanti d’Italia. Proprio nel giorno dell’insediamento del governo che con la sua abilità politica è riuscito a costruire, il 16 marzo 1978, sulla strada che lo porta in Parlamento, Aldo Moro viene rapito con un agguato che ne annienta l’intera scorta. È un attacco diretto al cuore dello Stato. La sua prigionia durerà cinquantacinque giorni, scanditi dalle lettere di Moro e dai comunicati dei brigatisti: cinquantacinque giorni di speranza, paura, trattative, fallimenti, buone intenzioni e cattive azioni. Cinquantacinque giorni al termine dei quali il suo cadavere verrà abbandonato in un’automobile nel pieno centro di Roma, esattamente a metà strada tra la sede della DC e quella del PCI.
Recensione a cura di Federica Rizzo
A distanza di quasi vent’anni da “Buongiorno notte”, Marco Bellocchio torna a raccontare la vicenda di Aldo Moro e a rivisitare, quindi, un pezzo di Storia italiana, per esplorarne lati oscuri e punti di vista che erano chiaramente rimasti fuori dalla precedente narrazione.
E’ il 16 marzo 1978, in un clima politico e sociale segnato da un’organizzazione armata marxista-leninista che seminava terrore. Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, viene rapito e successivamente ucciso dalle Brigate Rosse.
A differenza di “Buongiorno notte”, che optava per il punto di vista soggettivo del giovane terrorista coinvolto nel rapimento, la serie – scritta da Bellocchio con Stefano Bises, Ludovica Rampoldi e Davide Serino – esamina la vicenda da più angolazioni, esterne alla prigionia di Moro, soffermandosi sui personaggi che agirono “al di fuori” durante quei 55 giorni di prigionia.
Ogni episodio di Esterno Notte, tranne il primo e l’ultimo, si incentra su un protagonista differente: Francesco Cossiga (interpretato da un meraviglioso ed impressionante Fausto Russo Alesi), politico discepolo di Moro, Papa Paolo VI (Toni Servillo), Adriana Faranda e Valerio Morucci (Daniela Marra e Gabriel Montesi), terroristi delle Brigate Rosse, la moglie di Moro, Eleonora Chiavarelli (Margherita Buy), segmento in cui è racchiuso il senso dell’opera di Bellocchio.
Al centro del racconto, poco presente fisicamente ma più come pensiero fisso dei vari personaggi, un Aldo Moro impreziosito dalla caratterizzazione meticolosa e straordinaria di Fabrizio Gifuni. Un personaggio particolarmente tragico e drammatico, che appare attraverso le sue lettere e poi torna a scomparire nelle coscienze di quelli che gli sono stati vicino.
Una scrittura attenta e precisa, che intelligentemente rielabora il linguaggio della serialità contemporanea, una ricostruzione storica visivamente impeccabile e un cast che regala delle performance di cui si sentirà parlare a lungo, rendono Esterno Notte un’opera complessa, stratificata, critica, lucida.
Un’opera in cui Bellocchio riesce ad esprimere un pensiero molto chiaro, mantenendo un perfetto equilibrio tra il piano politico e quello personale e privato.
9 maggio 1978. Il corpo di Aldo Moro viene ritrovato in una Renault 4 rossa posta in via Caetani, una traversa di via delle Botteghe Oscure, poco distante da piazza del Gesù, dopo che una telefonata alla segreteria del presidente della DC aveva suggerito le indicazioni per trovarlo. Per l’Italia uno dei momenti più bassi della sua Storia.