Presentato in anteprima al Bif&st 2023, arriva al cinema il 6 aprile con 01 Distribution
Mia è certamente il film più bello e riuscito di Ivano De Matteo, che torna a raccontare la famiglia e le sue contraddizioni in un melodramma necessario ed emotivamente potente.
Roma. Sergio (Edoardo Leo), Valeria (Milena Mancini) e la loro figlia adolescente Mia (Greta Gasbarri) sono una famiglia come tante, che vive una felice normalità. Tutto cambia, però, quando Mia incontra Marco (Riccardo Mandolini), un ragazzo più grande di lei, di cui si innamora perdutamente. Marco, però, manifesta verso Mia un atteggiamento pericolosamente possessivo, che preoccupa molto suo padre Sergio. Di lì a breve, la vicenda assumerà contorni sempre più torbidi e crudeli e segnerà per sempre il destino di ogni personaggio.
De Matteo è bravo a caricare la vicenda di tensione, catapultando lo spettatore nella spirale di angoscia che coinvolge ogni membro della famiglia protagonista.
E ancora una volta parla di equilibri che si rompono a causa di un agente esterno imprevedibile, capace di intaccare un microcosmo familiare solo apparentemente solido e compatto.
In tal senso, Mia è un film che fa male, perché tocca le più profonde paure che un genitore nutre verso i propri figli, affrontando di petto quel terribile senso di inadeguatezza che si prova quando non si riesce più a comprendere le proprie creature. Ma anche quella dolorosa consapevolezza di dover stare al proprio posto mentre i figli vanno incontro al dolore più forte, senza poterne evitare il crollo, ma pronti a riattaccarne i pezzi.
De Matteo regala, inoltre, a Edoardo Leo la migliore interpretazione della sua carriera, nel ruolo di un padre premuroso e amorevole, ma del tutto smarrito dinanzi all’allontanamento di una figlia che sembra non riconoscere più. In lui emerge tutto il furore cieco di chi ha sete di vendetta e non sa darsi pace, incapace di guardare altrove e di ritrovare la giusta strada.
Accanto a lui, una altrettanto bravissima Milena Mancini, che disegna una figura di madre che condensa in sé la forza e la resistenza di tutte le donne, facendosi ponte di congiunzione tra padre e figlia e immettendo tenerezza e speranza nel dolore.
Non è da meno l’esordiente Greta Gasbarri, che imprime nella sua Mia la paura, la vergogna e i sensi di colpa di tutte quelle giovani ragazze sedotte e abbandonate da un’idea di amore malato.
Sono molti, quindi, i temi forti trattati da Mia: l’adolescenza desiderosa di realizzarsi con pienezza ma non ancora pronta a camminare con le proprie gambe, l’incomunicabilità generazionale, la marginalità sociale ed affettiva, le conseguenze imprevedibili dell’amore, i pericoli del web, il possesso e la vendetta.
Come nei film precedenti, De Matteo non ha paura di scendere all’inferno e di scavare nei lati più oscuri dell’animo umano, offrendoci il ritratto lucido e impietoso di personaggi che continuano a guardarsi, ma che ormai stentano a riconoscersi.
Un film che procede dritto verso la sua strada, con una scrittura affilata e senza sbavature e un ritmo che non lascia scampo.
Carla Curatoli