Al cinema dal 3 marzo con Bim Distribuzione
Con Il ritratto del duca, il regista di Notting Hill Roger Michell firma una commedia britannica divertente e ottimamente interpretata, che mette in scena le vicende di due coniugi coinvolti in un curioso furto “benefico”.
Anni ’60. Kempton Bunton (Jim Broadbent) è un tassista sessantenne che si batte da sempre per la classe meno abbiente: in tal senso, il governo e l’ingiustizia sociale sono i suoi bersagli preferiti. Mrs. Bunton (Helen Mirren), sua moglie, non manca di tormentarlo, in realtà deve fare i conti con la prematura scomparsa della loro figlia, che ha lasciato dentro di lei una ferita ancora sanguinante. Per contribuire all’infelice economia familiare, il figlio minore della coppia ruba alla National Gallery il ritratto del Duca di Wellington di Francisco Goya. Kempton, che prima critica aspramente il gesto del figlio, poi ne diventa complice, chiedendo un riscatto al governo inglese da reinvestire in opere di bene. L’imprevisto, ovviamente, è dietro l’angolo.
Se le irresistibili schermaglie verbali tra due mostri sacri come Broadbent e la Miller sono le cose migliori del film, apprezzabile è anche il ritratto di due esseri soli e abbandonati dal proprio Paese, che cercano in tutti i modi di restare a galla e di far sentire la loro voce.
Il personaggio di Kempton Bunton, in particolare, conquista per quel mix di simpatia e disperazione che lo rendono il perfetto Robin Hood di una incredibile storia vera, raccontata con una particolare attenzione per la verve e l’afflato social-popolare.
La ricostruzione storica e d’ambiente è puntuale, mentre la sceneggiatura brilla per solidità e battute irresistibili, in perfetto stile british.
Oltre a Broadbent e Miller, poi, è tutto il cast a fare un’ottima figura in questa commedia dal tono lieve e scanzonato, ma dai temi importanti, come la discriminazione razziale, il lutto familiare, la sperequazione sociale, la tutela dei più deboli.
Lo straordinario epilogo in Tribunale è, poi, la ciliegina sulla torta di un film in stile Ealing, ben collaudato nella sua mescolanza di dramma e risate.