Una storia che abbraccia e al contempo rivoluziona tutti gli archetipi di genere, grazie ad un’ambientazione innovativa e a continui cambi di rotta. Dal 28 gennaio su Sky Atlantic, on demand su Sky e in streaming su NOW
All’interno del panorama delle sempre più ambiziose serie italiane di Sky, arriva Christian, un’opera complessa, stratificata e certamente unica. Alla base, un universo narrativo originale e innovativo, per una grande sfida seriale che porta sullo schermo un mix di generi poco frequentati nel quadro non solo italiano ma europeo.
Ma cos’è Christian? E’ un crime, un drama, un supernatural, ma anche un prodotto intriso di attualità, grottesco ed ironia. Inutile, quindi, cercare di sintetizzarlo o di trovargli una categoria di appartenenza, perché Christian è qualcosa di inatteso, che abbraccia e al contempo rivoluziona tutti gli archetipi di genere, stupendo lo spettatore con continui cambi di rotta.
A spiccare subito nella nuova serie Sky Original, diretta da Stefano Lodovichi e Roberto Saku Cinardi, è l’ambientazione: una periferia romana diversa da quella che di solito ci propone il cinema o la serialità, una città-palazzo che ha le forme del Serpentone del Nuovo Corviale e del quartiere di Vigne Nuove.
Christian è, infatti, la prima serie supereroistica italiana, eppure così lontana dai cinecomics che impazzano Oltreoceano. E il merito è proprio di un’ambientazione di grande realismo e soprattutto tutta di casa nostra, ma anche di una miscela folle e innovativa di archetipi italiani, che affronta tematiche spinose (come la religione e la fede) senza, però, prendersi troppo sul serio.
Non a caso vengono in mente le commedie di Sordi, Scola e Monicelli, con quello spirito sagace, ironico e amaro, che è la cifra stilistica che ha reso il nostro cinema celebre nel mondo. Ecco, quindi, che anche in un contesto irreale come quello supereroistico, c’è, però, un’adesione totale alla nostra realtà. La serie ha, così, la capacità di far venire a galla grandi domande senza, però, la pretesa di dare grandi risposte, con il coraggio di trattare con ironia – ma sempre con rispetto – materie complicate e scivolose.
Bravissimo, come sempre, Edoardo Pesce, alle prese con un personaggio dalle molte sfaccettature, lo scagnozzo di un boss mafioso, dal cuore semplice ma sporcato dal contesto territoriale e sociale che lo circonda. Un ragazzo che, senza alcuna apparente spiegazione, riceve un giorno il dono delle stigmate, spingendolo a cercare risposte per la sua vita e a cercare il suo vero sé. Il nostro protagonista attirerà, così, l’attenzione di Matteo (un ottimo Claudio Santamaria), postulatore del Vaticano ossessionato dal progetto di rintracciare chi abbia reali poteri taumaturgici. L’incontro tra i due potrebbe dare una svolta alla vita di Christian, ma soprattutto fugare ogni dubbio nella fede di Matteo.
Per saperne di più, non vi resta che addentrarvi nel mondo misterioso e unico di Christian e lasciarvi guidare da un racconto corale pieno di stimoli e personaggi interessanti.
Giancarlo Giove