Nelle sale italiane dal 27 gennaio 2022 prodotto da Searchlight Pictures e distribuito da Walt Disney
Nuovo adattamento cinematografico del romanzo di William Lindsay Gresham, già portato sul grande schermo con il film del 1947 diretto da Edmund Goulding, La fiera delle illusioni – Nightmare Alley è il nuovo attesissimo lavoro di Guillermo Del Toro, che raccoglie un cast all stars per raccontare una storia di inganno, seduzione e dannazione.
Il film, in uscita il 27 gennaio, mantiene la cupa e torbida ambientazione del cult di Goulding, scegliendo, però, di non addolcire i risvolti narrativi più tragici, come aveva fatto la produzione dell’epoca.
In un inquietante circo popolato da freaks e truffatori, il carismatico Stanton Carlisle (Bradley Cooper) riesce a manipolare le sue vittime, esponenti della élite newyorkese degli anni ’40, e ad estorcere loro denaro, grazie all’inganno e a una retorica efficace e d’impatto.
Un ruolo audace e disturbante, ricoperto nel film del 1947 da un inedito e bravissimo Tyrone Power, e che adesso passa al versatile e talentuoso Bradley Cooper. Accanto a Stanton, la fida e amorevole Molly (Rooney Mara), “donna elettrica” facente parte a sua volta di quell’illusorio mondo circense. Tutto fila alla grande per la fama e il portafoglio di Stanton, finché non medita di truffare un pericoloso magnate (Richard Jenkins) con l’aiuto di una misteriosa psichiatra (Cate Blanchett), che si rivelerà, però, la sua più abile e spregiudicata rivale.
Se gli elementi del noir ci sono tutti, La fiera delle illusioni è, però, anche e soprattutto un dramma psicologico, che racconta ascesa e caduta di un mentalista-giostraio, che gioca con il cuore e le speranze della gente, ma che si lascerà a sua volta trascinare in una fitta ragnatela di menzogne ed inganni. Perché – proprio come in quel circo popolato da fenomeni – tutto è inganno nel nuovo film di Del Toro, persino l’amore, che diviene anch’esso vittima di un gioco avido e fascinosamente pericoloso.
Il film esplora impietosamente i luoghi oscuri della mente e riflette sulla seduzione esercitata dai falsi profeti e dai predicatori carismatici, ma anche sul bisogno di credere di chi ne cade vittima.
Il mondo circense, che invade la prima parte del film, permette a del Toro di dare libero sfogo al suo talento creativo e alla sua predilezione per i freaks e la magia. La seconda parte della pellicola è, invece, dominata da toni decisamente più cupi e minacciosi, che ne fanno emergere con forza il lato tragico e dark.
Infatti, tutti i personaggi de La fiera delle illusioni sono preda dei loro tormenti, immersi in un universo dannato e senza via d’uscita, che è tipico del noir ma non per questo meno attuale. La nuova opera di del Toro è, infatti, un film sul genere umano e sulle sue meschinità, che riflette su quanto crudeli possiamo essere gli uni con gli altri se mossi da avidità, ma anche su quanto possiamo essere vicini, in qualsiasi momento, a perdere tutto, persino noi stessi.
Del Toro, pur lontano dai toni fiabeschi che lo hanno reso celebre in tutto il mondo, si dimostra capace di affrontare una materia intrisa di disperazione, mantenendosi però sempre a metà strada tra realtà e fantastico, verità e finzione. Realizza, così, il suo film più cupo, rischioso e affascinante, che riempie gli occhi per perfezione estetica ma che ferisce come un’illusione svelata.
Ilaria Berlingeri